
Addio al maestro della sociologia pubblica
Michael Burawoy studiava le esclusioni per svelarle, contestarle e rovesciarle. Ha costruito una comunità globale di persone che studiano il mondo per cambiarlo
Michael Burawoy è mancato improvvisamente il 3 febbraio 2025. È stato un sociologo globale straordinario e creativo, un sostenitore di una sociologia pubblica rilevante per le persone e la società civile, un insegnante stimolante che ha formato generazioni di sociologi e uno straordinario essere umano.
Nato nel 1947, Michael Burawoy si è inizialmente formato come matematico, finché non lesse casualmente un libro di sociologia alla biblioteca del Christ’s College di Cambridge. Ha completato un Master in Sociologia presso l’Università dello Zambia nel 1972, mentre lavorava in un’azienda mineraria. Si è poi trasferito all’Università di Chicago, dove ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sui lavoratori dell’industria di Chicago, che sarebbe stata pubblicata come il suo contributo più sostanziale, Manufacturing Consent: Changes in the Labor Process under Monopoly Capitalism (Chicago University Press, 1979). Condusse lavori sul campo simili nelle fabbriche in Ungheria e nella Russia post-sovietica.
Mentre il capitalismo e lo sfruttamento si andavano fondando sempre di più sulla mercificazione della conoscenza, analizzò l’impatto delle politiche neoliberiste sull’istruzione superiore e come la produzione di conoscenza fosse messa all’angolo per estendere il potere del mercato e dello Stato. Difese una sociologia pubblica che mirasse a produrre conoscenza rilevante per i cittadini, i movimenti sociali e la società civile.
Professore di sociologia all’UC Berkeley per 48 anni, ha lasciato un segno indelebile su generazioni di studenti. Viaggiatore globale, ha costruito una comunità globale di sociologi impegnati nella ricerca e nelle analisi che mirano a comprendere il mondo e fornire strumenti per cambiarlo. Nel 2022, gli è stata conferita una laurea honoris causa dall’Università di Johannesburg e, nel 2024, il W.E.B. Du Bois Career of Distinguished Scholarship Award dall’American Sociological Association.
Avrà un impatto duraturo sul modo in cui concepiamo la sociologia e il suo ruolo nella società. Il suo lavoro mostra come una rigorosa ricerca empirica possa informare e arricchire i dibattiti teorici e viceversa. Integrando prospettive locali, nazionali e globali, ha offerto analisi complete che trovano risonanza in tutte le discipline e informano le discussioni pubbliche e politiche. Ha supplicato di «articolare la ricerca empirica con lenti teoriche». Era appassionato di etnografia quanto di teoria. Era interessato ad analizzare gli attori quanto le strutture della società, cosa che ha fatto con una lente marxista che ha contribuito a rivisitare e diffondere. Ricordiamo l’attenzione e le analisi sulle discriminazioni razziali, che ha analizzato e a cui si è opposto per tutta la sua carriera, dalle miniere di rame dello Zambia al suo ruolo strumentale nel riportare W.E.B. Dubois al suo ruolo tra i principali fondatori della sociologia americana e globale, e la sua lotta per difendere l’istruzione pubblica aperta a studenti di diversa estrazione sociale. Era appassionato di libri quanto di persone, quelle che ha incontrato sul campo, in aula, nel mondo accademico e nella vita, quattro campi che non sono mai stati divisi nella vita e nel lavoro di Michael. Era generoso come uomo, come insegnante e come studioso.
Michael è stato la nostra bussola quando si è trattato di ricordarci perché la sociologia è importante ai nostri tempi e perché vale la pena dedicare così tanto tempo ed energia a fare e insegnare sociologia: «La sociologia aiuta gli studenti a capire come la società sia collettiva, il ruolo della razza, della classe, del genere. La sociologia è lo studio scientifico della disuguaglianza e dell’oppressione che ciò comporta. La sociologia studia le stesse esclusioni promosse dalle forze conservatrici. Ma noi studiamo le esclusioni non per promuoverle, bensì per riconoscerle e svelarle e per capire meglio come possono essere contestate e rovesciate» (Miami, 10 marzo 2024).
Michael ci ha lasciato nel momento in cui avevamo più bisogno della sua leadership, della sua energia, del suo instancabile lavoro per aiutarci a comprendere il nostro mondo, del suo esempio di insegnante straordinario, della sua fede in una sociologia pubblica rilevante, della sua apertura a un dialogo veramente globale, delle sue analisi sociologiche approfondite e rigorose basate su mesi di lavoro etnografico lavorando in fabbrica, della sua ricerca di giustizia sociale ed epistemologica, della sua instancabile lotta per la pace e la giustizia in Palestina e in altre parti del mondo, e della sua energia, impegno ed entusiasmo unici. La leadership, l’impegno e la passione di Michael lasciano un segno profondo sulla comunità sociologica globale.
*Geoffrey Pleyers è professore di sociologia all’Université Catholique de Louvain e presidente della International Sociological Association. Questo articolo articolo è uscito su Global Dialogue, la traduzione è a cura della redazione.
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