Il capitalismo ha ucciso l’intimità (e l’ha rimpiazzata con PornHub)
Mentre le nostre comunità vengono distrutte e atomizzate, sviluppiamo un deficit sempre maggiore di intimità e affetto
Quando, nell’ottobre 2018, il comico Ryan Creamer decise di aprire un canale PornHub, e sul famoso sito di contenuti vietati ai minori ha pubblicato una serie di video edificanti, non si aspettava certo di diventare famoso.
Come ha spiegato a BuzzFeed lo scrittore ventiseienne autore di CollegeHumor, video come “Ti rimbocco le coperte dopo che sei venuta” e “Ti faccio un pompino platonico” erano più che altro per il «suo divertimento». L’obiettivo era semplicemente farsi due risate, ribaltando la formula tipica del porno che ritrae scene di sesso praticamente reali, crude, spesso hard-core, ma tralascia gli aspetti più reali e umani del sesso – l’imbarazzo, l’affettuosità, e l’intimità.
Senza volerlo, Creamer si era imbattuto in qualcosa che non era solo divertente, ma anche molto desiderato dai consumatori di porno online (e cioè praticamente chiunque) in tutto il mondo.
Per essere chiari, i video di Creamer fanno esattamente quello che promettono nel titolo. Sono girati dal punto di vista di qualcuno che guarda verso Creamer, che a sua volta interagisce con la telecamera come se questa fosse il suo oggetto del desiderio. In “Ti abbraccio e ti dico che sono stato davvero bene stasera e poi vado a casa”, Creamer – che è vestito come uno scolaretto perfettino un po’ troppo cresciuto – guarda dritto in camera e dice: «Dai, vieni qui»; dopodiché abbraccia la telecamera, e le dice con un sorriso sincero: «Sono stato benissimo con te stasera. Ti chiamo domani».
In “Compilation Pov di baci in fronte”, il comico mette in scena una serie di situazioni che finiscono tutte con lui che protende dolcemente le labbra verso la telecamera, come se stesse dando un bacio in fronte allo spettatore. Il video di venticinque secondi “Ti rimbocco le coperte” vede Creamer che indossa il suo onnipresente completo maglione+camicia+cravatta con i pantaloni del pigiama mentre stende lenzuolo e coperta sopra la sua amante immaginaria. Dopodiché, ancora una volta, scocca un bacio sorridendo verso lo spettatore. I commenti degli utenti di PornHub a questi video vanno dal semplice divertimento fino a un genuino apprezzamento per il contenuto. In “Ti rimbocco le coperte” qualcuno ha ringraziato il comico per «le migliore coccole post-coito, seriamente».
La combinazione della telecamera in soggettiva e del sorriso un po’ timido di Creamer, che a volte quasi arrossisce, fanno sì che il filmato non sembri tanto uno sketch quanto un’interazione reale – specialmente per una generazione abituata all’estetica delle video-chiamate. La quarta parete non esiste più, e l’audience non si limita a osservare ma partecipa attivamente – per la verità, è l’unico altro partecipante oltre chi sta girando. Il messaggio subliminale è: potresti essere tu – anzi! sei tu! – che vieni baciato sulla fronte da questo giovanotto carino. Guardando i video di Creamer potresti sentirti come l’utente PornHub bored8021 quando ha scritto: «Awwww, dopo una brutta giornata il tuo video mi ha davvero fatto bene».
L’affetto posticcio e la pretesa di intimità non sono nulla di nuovo: basti pensare al lavoro emotivo svolto dalle sex worker in tutte le epoche, fino ad arrivare alla moda, fiorita ultimamente in Giappone, di amici a noleggio e amanti platonici. Ma ormai la produzione e il consumo famelico di contenuti online che simulano un’intimità assente dalle nostre vite atomizzate è un vero e proprio trend.
E ci sono altri fenomeni di internet che puntano tutto su
questo desiderio di intimità – ad esempio la comunità crescente degli YouTuber
Asmr. Asmr, o risposta automatica della meridiana sensoriale, è il presunto
piacere, addirittura la sensazione di formicolio, innescato da una serie di
stimoli sonori, specialmente quelli di alcuni rumori quotidiani – come il
leggero schiocco che fanno le labbra quando qualcuno sussurra, o il fruscio di
una penna che scorre su un foglio, o quello della spazzola tra i capelli.
Suoni, in sintesi, che possono essere uditi solo quando si è molto vicini a un
altro essere umano.
Non è probabilmente una coincidenza il fatto che, come per Creamer, la maggior
parte di questi video siano basati su un singolo attore che recita guardando in
camera per simulare un’interazione con lo spettatore. Il gergo degli Asmr
include parole come trigger (letteralmente
“inneschi”: quelli che una volta erano associati a reazioni emotive riguardano
ora la “pelle d’oca” prodotta dai rumori quotidiani) e attenzione personale (in cui l’utente Asmr si avvicina tantissimo
alla telecamera sussurrando con affetto complimenti all’interlocutore). Anzi,
uno studio del 2015 della Swansea University ha scoperto che i trigger Asmr più efficaci erano proprio
i sussurri (che hanno indotto formicolii nel 75 per cento dei partecipanti) e
questa cosiddetta attenzione personale (65 per cento di efficacia).
Parlare sussurrando e mostrare tenerezza fisica sono entrambi modi non comuni di interagire fra estranei nella nostra società. Al contrario, sono aspetti fondativi di quell’intimità umana di cui facciamo esperienza per la prima volta alla nascita – quando siamo quasi sempre a contatto fisico con gli adulti che si curano di noi, adulti che a loro volta parlano spesso con toni dolci e teneri a bambine e bambini dagli occhioni sgranati. Non c’è bisogno di essere allievi di Sigmund Freud per capire il riflesso pavloviano che c’è tra le carinerie sussurrate all’orecchio e un senso di sicurezza e d’intimità emotiva.
Oltre al processo di accumulazione di profitto, il capitale dà molta importanza a due cose: a) la riproduzione sociale del lavoratore a un costo più basso possibile; b) l’erosione delle infrastrutture che potrebbero permettere a un lavoratore di fare leva contro il capitale. Tradizionalmente, questo ha significato l’elezione della famiglia nucleare a unità sociale ideale del capitalismo. La sopravvivenza di base dei (per la maggior parte maschi) lavoratori era garantita dalle attività non retribuite di altri soggetti (per la maggior parte donne).
La famiglia nucleare esiste ancora, certo. Ma nel mondo del tardo capitalismo, dove ti puoi procurare da mangiare ordinandolo da venti ristoranti differenti e fartelo consegnare sulla porta di casa in trenta minuti; dove o ci sono macchine o addirittura app che ti fanno i piatti, ti appendono le mensole e ti lavano i vestiti; dove il tuo prossimo incontro sessuale è a un click e un pagamento di distanza – stiamo barattando una struttura sociale regressiva per un’altra.
Oltretutto, come hanno fatto notare acuti teorici quali Mark Fisher in Realismo Capitalista, «il lavoro e la vita sono diventati inseparabili». Nella gig economy usi la tua bici per consegnare i pasti, e il tuo orologio non fa altro che vibrare per le mail h24 mandate da “clienti” che vorrebbero usufruire dei tuoi servizi da freelance. «Come la produzione e la distribuzione sono state ristrutturate», suggerisce Fisher, «così lo è stato il nostro sistema nervoso». La nostra produttività è a livelli massimi, la nostra accessibilità ai datori di lavoro anche. E mentre le comunità vengono distrutte, le unità familiari erose, e la vicinanza emotiva o addirittura fisica con gli altri si approssima allo zero, noi – esseri umani del tardo capitalismo – siamo abbandonati a un deficit strutturale di intimità a attenzioni affettive.
Eppure state sicuri che l’inventiva perversa del sistema capitalistico troverà una soluzione. I meravigliosi video non-sessuali sui siti porno e gli YouTuber ASMR sono solo due esempi della mercificazione dell’intimità e del consumo mediato che ne fanno le nostre anime affamate.
Persino i podcast, normalmente, sono conversazioni amichevoli che entrano nel nostro soggiorno quando abbiamo bisogno di compagnia e intrattenimento – e lo fanno in un modo che le persone erano solite avere quando le visite improvvise non erano così malviste, forse.
La prossimità reale, una reale connessione umana, è quasi una chimera per i post-millennial. Il nostro senso di comunità sta venendo rimpiazzato da una sua versione generica, somministrata attraverso uno schermo e due altoparlanti.
Per me, questa trasformazione dei sentimenti in una serie di codici vuoti è sconcertante. E sospetto che, come i nostri avi vittoriani si sono battuti per la collettività e la solidarietà attraverso la sindacalizzazione, così anche noi dobbiamo combattere per un’intimità umana che includa un contatto fisico reale, pelle a pelle, e un reale sussurro e l’attenzione reale di una persona vera.
Un cammino profondamente politico, ora più che mai. Oggi
combattere per l’intimità e la cura significa combattere per il tempo libero e
il consenso, per il diritto all’abitare e delle paghe decenti.
E allora, combattiamo per questo. Per non trovarci un giorno, in un futuro non
troppo lontano, in un mondo dove l’unico ricordo della nostra umanità sia il
desiderio di vedere il video di un meraviglioso giovanotto che ci rimbocca le
coperte dopo che siamo venute.
*Joana Ramiro è una giornalista, scrittrice, broadcaster, e commentatrice politica. Vive a Londra. Questo articolo è uscito su Jacobinmag.com. La traduzione è di Gaia Benzi.
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