Il contrappasso
Ora che gli hedge fund perdono miliardi a causa dei Redditor che acquistano le azioni di GameStop, Wall Street chiede interventi nel mercato. Ciò dimostra che non esistono il «capitalismo popolare» o la «democrazia degli azionisti»
Esistono due versioni del neoliberismo. In quello che ci viene raccontato, il governo influisce poco e il suo rapporto con il mercato è ridotto al minimo, in modo da consentire alla bellezza della «distruzione creativa» del capitalismo di prosperare e distinguere i vincitori dai perdenti, stimolare l’invenzione e l’innovazione, fare in modo che tutta la società raggiunga i risultati più razionali.
In quello che esiste realmente – un progetto politico dell’élite imprenditoriale per mantenere i lavoratori deboli e tenere per sé la parte maggiore del bottino economico – l’economia è modellata allo scopo di soddisfare al meglio gli interessi dell’élite. A volte ciò significa che un mercato libero abbia effettivamente il permesso di correre libero, a volte ciò implica prendere una mano forte per controllarlo: in entrambe le versioni il risultato è che i pesci grossi alla fine della giornata si ritroveranno con i portafogli più pieni.
È quello che stiamo vedendo in questi giorni nella saga di GameStop, dove un gruppo di Redditor che operano a Wall Street questa settimana ha creato il caos nel mercato azionario pompando artificialmente il valore delle azioni del rivenditore di giochi in difficoltà, in un momento in cui molti a Wall Street scommettevano che sarebbe caduto. Da allora hanno fatto lo stesso con altri titoli, come la catena di teatri Amc e la catena di negozi Bed, Bath & Beyond. Tale assurdità è la norma in un mercato azionario che è più un casinò dei banchieri che un vero specchio dell’economia, come abbiamo visto in modo più drammatico quando i record del mercato azionario del 2020 hanno coinciso con i livelli quasi record di morte e fame.
Ma siccome questa volta è Wall Street a essere rimasta col cerino in mano, a causa di vendite allo scoperto sventate, nell’establishment finanziario si è diffuso il panico. Con i principali hedge fund e altri che perdevano rapidamente più di 5 miliardi di dollari (ora 70 miliardi), non c’era nient’altro da fare: bisognava porre un argine al libero mercato per proteggere i titani della finanza.
In primo luogo, Td Ameritrade, parlando di «condizioni di mercato senza precedenti»», ha posto alcune restrizioni alle transazioni su GameStop, Amc e su altre azioni. Lo stesso giorno, la popolare piattaforma di messaggistica digitale Discord ha bandito il server di r/Wallstreetbets, il subreddit che in gran parte ha creato il pandemonio, a causa di «contenuti odiosi e discriminatori e dopo ripetuti avvertimenti». L’azienda dunque non ha chiuso il sito a causa delle sue manovre finanziarie, ma piuttosto perché «era nel radar del nostro team di fiducia e sicurezza» da un po’ di tempo. Si deve presumere che fosse solo una coincidenza che l’ultima goccia sia arrivata proprio quando il server stava contribuendo a creare un collasso pubblico a Wall Street.
Ma è solo un assaggio dello sdegno del giorno successivo, poiché Robinhood – l’app gratuita di scambio di azioni che si propone di spalancare le porte del mercato azionario alle volgari plebi – ha limitato gli scambi su quelli e altri undici titoli «per proteggere l’azienda e proteggere i nostri clienti». La stampa non ha perso tempo a sottolineare, con alcuni trader di Redditor che progettano di utilizzare i proventi del traffico di azioni per ripagare i loro debiti, che Robinhood ha effettivamente protetto i ricchi a spese dei poveri. Altri intermediari ne hanno seguito l’esempio.
Una protesta diffusa, anche da parte dei rappresentanti socialisti Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib, e una causa legale collettiva hanno indotto sia Discord che Robinhood a ritornare sui loro passi. Questi ultimi adesso consentono acquisti limitati sul titolo, anche se altri broker non sono contenti della mossa, come il presidente del gruppo Interactive Brokers Thomas Peterffy, che continua a limitare le negoziazioni su quelle azioni per paura che possano «far crollare tutto il sistema».
Non finisce qui. L’amministrazione Biden, la Securities and exchange commission (Sec) e le autorità di regolamentazione statali continuano a monitorare questo caos, e ci sono richieste alla Sec affinché intervenga, anche se non è chiaro precisamente per fare cosa.
Per quanto sia morbosamente divertente guardare Wall Street dimenarsi e un esercito di Redditors battere la finanza sul suo terreno di gioco, se l’alternativa è l’instabilità sistemica che potrebbe finire nel caos e nelle sofferenze, a un certo punto il governo probabilmente dovrebbe agire non per i manager degli hedge fund ma per lavoratori. È stato gratificante vedere la falsità e la facile manipolabilità del mercato azionario esposte su una scala talmente grande, e per una volta sfruttate da quelli che sono, in una certa misura, dei ragazzini. Ma siamo di fronte a un serio campanello d’allarme su quanto siano assurdi i mercati finanziari e su quanto regolarmente vengano manipolati e distorti da soggetti molto più grandi.
Tuttavia, ci dice anche che le autorità di regolamentazione e il settore privato stanno cercando di reprimere l’attività di mercato per frenare comportamenti potenzialmente sconsiderati. Come ha affermato un analista finanziario: «Dopo anni in cui gli hedge fund predatori che hanno portato all’estinzione di aziende fragili sono stati lasciati fare, adesso sono gli hedge fund che domandano protezione alla Sec, mentre il cacciatore diventa la preda».
A Wall Street è stato consentito di essere coinvolta, e alla fine di farla franca, con l’irresponsabilità dilagante prima del crollo del 2008, arricchendosi a più non posso. Ora che il mercato funziona come teoricamente dovrebbe fare per minacciare i loro profitti, sembra probabile lo scenario opposto. Qualunque cosa accada, si tratta sempre dell’economia di Wall Street.
*Branko Marcetic è staff writer di JacobinMag. Vive a Toronto, in Canada. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.
La rivoluzione non si fa a parole. Serve la partecipazione collettiva. Anche la tua.