
In sei settimane si decide il futuro della Gran Bretagna
Si vota il 12 dicembre e tutto è ancora possibile. I Tories sono in difficoltà e il Labour ha molta strada da percorrere. Ma solo se riesce a spostare il focus del dibattito dal melodramma della Brexit alle devastazioni delle politiche di austerità
L’elettorato britannico torna alle urne, per la quarta elezione generale in un decennio. Mentre in parlamento si litigava per decidere la data del voto [poi fissato per il prossimo 12 dicembre, Ndr], le elezioni di dicembre contengono già una serie di primati: sono le prime elezioni di dicembre dal 1923 e le prime elezioni invernali dal 1974.
Ma potrebbe anche essere la prima elezione a far tornare una maggioranza laburista dal 2005. I sondaggi rimangono incredibilmente volatili e, con dieci punti di vantaggio, i conservatori si trovano in una posizione peggiore rispetto all’inizio della campagna 2017, che li ha visti perdere seggi e la maggioranza nonostante partissero ventiquattro punti avanti al Labour. L’arroganza mostrata da Theresa May nel convocare elezioni anticipate per tentare di rafforzare la sua maggioranza in quel caso venne premiata con un naso sanguinante il giorno delle elezioni. Boris Johnson aveva mostrato la stessa arroganza, sostenendo che Theresa May aveva bisogno della maggioranza per assicurarsi la Brexit.
Nei giorni precedenti alle votazioni parlamentari sull’elezione anticipata, i Tories hanno informato di essere inequivocabilmente sicuri di un’enorme sconfitta laburista e fiduciosi che la personalità di Johnson convinca milioni di persone a tornare a votare per loro. Ora che i laburisti hanno appoggiato le elezioni, molti parlamentari Tories sono molto più nervosi, uno di loro afferma che si tratta di una «missione suicida». I conservatori sanno che si tratta di un azzardo gigantesco: gli elettori potrebbero percepire che i Tories li danno per scontati e per reazione cambiare partito, ma il rischio maggiore per i Tories è che il Brexit Party, sostenendo che Johnson non sia riuscito a consegnare la Brexit entro la data in cui l’aveva promesso, tenga botta in centinaia di seggi assorbendo il voto conservatore, consentendo ai laburisti di assumere il comando dei collegi più in bilico.
Ma il Labour ha anche una serie di fattori a suo favore. Il partito ha di gran lunga la più vasta sezione giovanile, con i conservatori che non riescono a riavviare un movimento giovanile dopo che la precedente sezione del partito è crollata a causa di un orribile scandalo di abusi. I Labour avranno molte più persone che consegnano volantini, fanno campagna porta a porta e avvicinano gli elettori di persona o al telefono. Momentum si è specializzato nel disporre gli attivisti affinché vengano battuti i collegi in bilico, tattica che si è rivelata fondamentale per l’aumento del numero di parlamentari Labour eletti nel 2017.
Anche le regole di imparzialità che riguardano la radiodiffusione influiscono sulla copertura del partito: le formule politiche e le proposte ottengono un’audizione più equa nel periodo che precede il giorno delle elezioni, e il Labour ha visto un enorme crescita nei sondaggi una volta che queste regole erano state applicate, nelle elezioni di due anni fa. Molti più deputati laburisti hanno avuto modo di parlare ai microfoni e le discussioni si sono concentrate molto più sul manifesto che sulle lotte intestine al gruppo parlamentare.
La maggior parte dei commentatori ha sostenuto che le elezioni saranno combattute quasi interamente sulla Brexit: è stato così anche la scorsa volta, quando le elezioni riguardavano invece le politiche sociali ed economiche. Il Labour è cresciuto dopo il lancio del suo manifesto radicale, che si occupa del servizio sanitario nazionale, di scuole, dei servizi pubblici e di economia. I conservatori sono stati colti di sorpresa da quanti danni i loro programmi sulla cura – soprannominati «tassa della morte» – hanno fatto al loro consenso, e negli anni successivi alle ultime elezioni hanno lavorato molto meno sui contenuti programmatici rispetto ai laburisti. Il fatto che Johnson non sia riuscito a portare a termine la Brexit finora e che aveva ripetutamente insistito che sarebbe stato in grado di condurre il Regno unito fuori dall’Unione europea entro il 31 ottobre verrà usato contro i Tories per l’intera campagna elettorale, da tutte le parti.
Mentre i conservatori potrebbero attirare l’attenzione della maggior parte dei media, i laburisti hanno le idee radicali che probabilmente attireranno gli elettori. Dopo nove anni di austerità, è necessario chiedere all’elettorato cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nei loro territori, nelle loro comunità, al loro tenore di vita, alle possibilità di vita e al futuro dei loro figli. I banchi alimentari nel Regno unito esistevano a malapena prima che i Conservatori prendessero il potere nel 2010; ora nutrono milioni di persone e sono diventati di uso comune. I meno abbienti hanno visto crollare le loro aspettative di vita, mentre quelli in alto hanno visto aumentare i loro guadagni e diminuire le tasse. I medici segnalano malnutrizione e rachitismo, malattie che risalivano all’epoca vittoriana e che erano considerate estinte e che ora stanno tornando a causa del deliberato impoverimento delle classi lavoratrici.
I conservatori potrebbero vincere, ma potrebbero farlo anche i laburisti: tutto è possibile. I Tories proveranno a trasformare le elezioni in un referendum sulla Brexit, ma il paese vuole sperare nel futuro, piuttosto che essere trascinato in litigi parlamentari dai ricchi proprietari terrieri e uomini d’affari che popolano il Partito conservatore. Il Labour è andato molto meglio del previsto nel 2017 e con molto impegno e un programma incisivo potrebbe sconfiggere i conservatori di Boris Johnson in tempo per Natale.
*Dawn Foster, staff writer di Jacobin, è anche editorialista per il Guardian, ha scritto Lean Out.
Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è di Giuliano Santoro.
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