Le atrocità psicopolitiche
È nel 1960, quando si trasferisce a Shepperton, che James G. Ballard comincia a guardare tutti i giorni il prato. In quel minuscolo sobborgo piccoloborghese a sudovest di Londra, da cui non se andrà mai, percepisce come l’umanità sia distanziata da sé stessa, imprigionata nell’eterna attesa di un’apocalisse imminente. I protagonisti dei suoi romanzi non […]
La rivoluzione non si fa a parole. Serve la partecipazione collettiva. Anche la tua.