
Lo sciopero più grande da decenni
I lavoratori e le lavoratrici della logistica Ups negli Stati uniti si preparano a incrociare le braccia. È una lotta che riguarda 340 mila persone e che abbraccia i destini più larghi della forza lavoro che combatte la precarietà
Il 6 luglio davanti agli edifici della United Parcel Service (Ups) nell’area di New York, i membri di Teamsters Local 804, che rappresenta circa ottomila lavoratori Ups, hanno fatto i picchetti. Con cartelli che recitano «Ups Teamsters Just Practice for a Just Contract», i lavoratori cominciano ad abituarsi a quella che sarà routine se non riusciranno a raggiungere un accordo provvisorio con il gigante delle spedizioni entro il 31 luglio, giorno della scadenza dell’attuale contratto.
Altri lavoratori e lavoratrici, solidali della comunità e i senatori statali Julia Salazar e Jabari Brisport – entrambi membri dei Democratic Socialists of America (Dsa) – si sono uniti ai Teamsters.
«Hanno guadagnato oltre 100 miliardi di dollari l’anno scorso mentre a voi danno le noccioline – ha detto il senatore Brisport alla folla – Siedono in uffici con aria condizionata mentre voi soffocate al lavoro».
È solo grazie alle trattative in corso che Ups ha finalmente accettato di installare l’aria condizionata, schermi termici di scarico, ventilatori e un migliore impianto di ventilazione nei veicoli per le consegne. Era una priorità di lunga data per la forza lavoro dell’azienda, molti dei quali sono morti sul posto di lavoro durante le recenti ondate di caldo. Il sindacato ha proposto soluzioni legislative al problema – a New York, Local 804 è stato un sostenitore di un disegno di legge che chiederebbe alle aziende di proteggere chi lavora dalle temperature estreme – spingendo anche per una disposizione in tal senso nel contratto. Il tentativo di accordo sulla questione non economica è una vittoria. Lo è anche un accordo per rendere il Martin Luther King Jr Day un giorno di ferie pagato.
Ma i negoziati del più grande contratto del settore privato negli Stati uniti ora vertono sulle proposte economiche, e su queste rimangono importanti punti di disaccordo.
«Accettate le nostre richieste e dateci ciò che meritiamo, e noi andremo là fuori e ratificheremo questo accordo – ha dichiarato il presidente della International Brotherhood of Teamsters (Ibt) Sean O’Brien in una conferenza stampa dopo che i negoziati si sono interrotti poco dopo le 4 del mattino, mercoledì 5 luglio – Oppure potete prendere l’altra strada, non accettando le nostre richieste e rimanendo fedeli a Wall Street e mentre dimenticate Main Street [espressione con la quale si intendono le persone comuni, Ndt]».
I negoziati si sono interrotti mentre le due parti stavano discutendo la questione del lavoro part-time. I part-time, che lavorano all’interno degli edifici di Ups smistando pacchi e caricando camion per le consegne, costituiscono più della metà della forza lavoro dell’azienda. Molti di questi «lavoratori interni» vengono pagati soltanto 15,50 dollari l’ora. Entrando nei negoziati, speravano di aumentare la tariffa iniziale a 25 dollari l’ora e creare ulteriori posti di lavoro a tempo pieno nei magazzini dell’azienda, fornendo ai part-time strumenti per ottenere una maggiore sicurezza.
«La povertà part-time non funziona più per noi nei Teamsters, quindi stiamo lottando duramente per prenderci cura dei part-time, e Ups dice: ‘Non abbiamo niente da dare’, e basta», spiega O’Brien alla Cnn. Si tratta di un messaggio dei Teamsters che rimanda all’ultimo sciopero nazionale dell’Ups nel 1997: «L’America part-time non funzionerà». Quello slogan trasmetteva il significato della lotta degli scioperanti per altri lavoratori e lavoratrici, in un momento in cui molti di coloro che un tempo avevano goduto di un lavoro stabile a tempo pieno stavano passando al lavoro part-time.
Lo slogan ha contribuito a garantire il sostegno di massa. I lavoratori Ups sperano che, se dovessero essere costretti a scioperare, il loro messaggio risuonerà di nuovo presso un pubblico più che mai aduso alla nuova normalità dell’essere costretti a destreggiarsi tra più lavori part-time per rimanere a galla, anche quando i lavoratori vogliono un lavoro a tempo pieno.
Un’altra priorità in fase di negoziazione è stata la questione dei «22.4», dal nome della disposizione contrattuale del 2018 che ha creato un livello di lavoratori a tempo pieno meno pagati. Queste posizioni sono state il punto caldo del conflitto all’interno del sindacato nel 2018 e hanno segnato la fine della carriera di Teamsters dell’allora presidente dell’Ibt James P. Hoffa. Le due parti sul punto hanno raggiunto un accordo provvisorio, con Ups che ha accettato di convertire i «22.4» in posizioni di autista a tempo pieno, eliminando quel livello.
Tuttavia adesso, con i negoziati in un vicolo cieco, non sono previste date di contrattazione future. Manca meno di un mese alla scadenza del contratto e O’Brien ha dichiarato che non accetterà alcuna proroga del contratto.
«I Teamster hanno smesso di negoziare nonostante le proposte storiche che si basano sulla nostra retribuzione leader del settore – ha dichiarato Ups mercoledì dopo che i negoziati si erano interrotti – Rifiutarsi di negoziare, soprattutto quando il traguardo è in vista, crea un notevole disagio tra dipendenti e clienti e minaccia di sconvolgere l’economia statunitense».
Alla richiesta di rispondere, O’Brien ha detto alla Cnn: «Questa affermazione è forte ma altamente imprecisa. Ups ha scelto di andarsene, e se ci sarà uno sciopero, saranno i dirgenti Ups a colpire sé stessi».
Circa il 6% del Pil statunitense viene mosso tramite Ups. Lo sciopero del 1997 è costato all’azienda circa 40 milioni di dollari al giorno e una stima suggerisce che uno sciopero di due settimane nel 2023 le costerebbe 3,2 miliardi di dollari. Ups perderà clienti, che si rivolgeranno ai suoi concorrenti – il servizio postale degli Stati uniti, FedEx e Amazon – per cercare di evadere gli ordini. Come è avvenuto nel 1997, dopo l’interruzione del lavoro riprenderà solo una parte dell’attività, non tutta.
Con l’avvicinarsi della scadenza del contratto del 31 luglio, i Teamsters stanno pianificando più picchetti, nonché manifestazioni per aumentare il sostegno di massa. Gli iscritti stanno intensificando gli sforzi per preparare i loro circa 340.000 colleghi a quello che sarebbe il più grande sciopero contro un singolo datore di lavoro nella storia degli Stati uniti.
* Alex N. Press è staff-witer di JacobinMag. Suoi scritti sono apparsi, tra gli altri, sul New York Times, Washington Post,The Nation e n+1. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.
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