
Premere sui democratici non significa arrendersi
Joe Biden al picchetto dei lavoratori metalmeccanici dello Uaw testimonia che tenendo duro è possibile spostare il senso comune dalla parte della working class
Nel 2015 e all’inizio del 2016, i leader di alcuni dei principali sindacati degli Stati uniti hanno fatto i salti mortali per sostenere Hillary Clinton alla presidenza. Più significativa di questi endorsement è stata la loro tempistica: in molti casi, sono arrivati prima delle primarie e prima che la candidata stessa avesse offerto qualcosa di concreto in cambio.
È difficile, in retrospettiva, sostenere che quelle scelte abbiano ottenuto qualcosa. Alla fine Clinton vinse la nomination democratica e ha condotto una delle campagne elettorali più prive di sostanza della storia moderna, investendo innumerevoli milioni in pubblicità sulla sua persona, trascurando di sostenere politiche favorevoli ai lavoratori e alle lavoratrici o di organizzare eventi tra di essi. Nel Michigan, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Obama per salvare il settore automobilistico, non ha visitato un solo padiglione del sindacato metalmeccanico Uaw (United Auto Workers).
Tutto ciò ha certamente rappresentato un caso di studio sull’incompetenza centrista, ma è stato anche un esempio dell’inefficacia tattica della deferenza di molti leader sindacali nei confronti delle élite democratiche. Invece di ottenere garanzie o concessioni dalla campagna elettorale di Clinton, i primi sostegni dei sindacati, se non altro, l’hanno incoraggiata a dare per scontato il sostegno dei lavoratori.

Lo sciopero in corso della United Auto Workers è stato un gradito segnale in controtendenza, una testimonianza della superiorità strategica della militanza operaia, piuttosto che della deferenza. Anche prima dell’inizio dello sciopero, la leadership riformista neoeletta dell’Uaw ha chiarito che si aspettava che l’autoproclamato «presidente più pro-laburista della storia» scegliesse da che parte stare.
«Penso che il nostro sciopero possa riaffermare la posizione [di Biden] nella classe operaia in questo paese… È tempo che i politici di questo paese scelgano da che parte stare – ha detto il presidente della Uaw Shawn Fain a Brian Sullivan della Cnbc all’inizio di questo mese – O sei dalla parte di una classe dei miliardari in cui tutti gli altri vengono lasciati indietro, oppure sei dalla parte della working class». E sebbene Fain fosse apertamente critico verso i tentativi fraudolenti di Donald Trump di presentarsi come al fianco dei lavoratori, era anche chiaro che Biden non poteva dare per scontato il sostegno del suo sindacato. «Il nostro sostegno – ha dichiarato Fain – dovrà guadagnarselo, non verrà dato in cambio di nulla, saranno le loro azioni a farci decidere chi sostenere».
Ieri la saggezza strategica di quella posizione è stata confermata da un fatto storico senza precedenti: la visita di un presidente in carica a un picchetto a sostegno dei lavoratori in sciopero. Biden aveva già rilasciato dichiarazioni di sostegno che in alcuni casi riecheggiavano direttamente il messaggio del sindacato. Ma l’Uaw ha tenuto duro e, di fronte al calo nei sondaggi, all’ampio sostegno di massa al sindacato e all’imminente visita di Donald Trump nel Michigan – anche se non per parlare con i lavoratori del settore automobilistico del sindacato – Biden è stato spinto all’azione. E anche se martedì alla fine ha parlato per meno di due minuti, non si può negare il potere o l’effetto di un presidente degli Stati uniti che sta fianco a fianco con i lavoratori e le lavoratrici in sciopero e che dice, come ha fatto Biden:
Wall Street non ha costruito questo paese, è stata la classe media a costruire questo paese e sono i sindacati a costruire la classe media! Questo è un dato di fatto, quindi andiamo avanti. Vi meritate quello che avete guadagnato e dovreste guadagnare molto di più di quanto venite pagati.
Si tratta di una lezione evidente che ha implicazioni che vanno oltre l’attuale azione di sciopero. Dopotutto è stata la militanza operaia – non l’acquiescenza verso le élite politiche – a portare un presidente democratico ai picchetti. In vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, sia i sindacati che i gruppi progressisti dovrebbero prenderne atto ed esercitare tutta la leva a loro disposizione. Facendo proprio questo metodo, la Uaw ha dimostrato il potenziale radicale che deriva dallo sfidare il potere politico invece di genuflettersi davanti a esso – e, nel processo in corso, ha ottenuto qualcosa di straordinario per l’intera classe operaia americana.
*Luke Savage è redattore di JacobinMag, da cui è tratto questo articolo. La traduzione è a cura della redazione.
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