La corsa allo spazio dei miliardari
Dietro le avventure interplanetarie di Jeff Bezos ed Elon Musk non ci sono le bizzarrie di ricchi eccentrici o visioni del futuro post-apocalittico: c'è il tentativo già in atto di accaparrarsi miliardi di dollari pubblici
Lo scorso 7 giugno, Jeff Bezos ha reso pubblico il suo piano per andare nello spazio il 20 luglio, appena quindici giorni dopo essersi dimesso da Ceo di Amazon. È apparso come l’ennesimo audace passo nella corsa dei miliardari allo spazio che va intensificandosi da diversi anni, anche se non ci è voluto molto prima che si mostrasse il vero volto della faccenda. Poco dopo che Bezos ha fissato la sua data di partenza, il Ceo di Virgin Galactic Richard Branson – uomo noto per le sue acrobazie di marketing – ha deciso che avrebbe provato a battere in orbita l’uomo più ricco del mondo e ha programmato il suo volo spaziale per l’11 luglio.
Ma mentre questi miliardari volgevano gli occhi alle stelle e i media li inondavano dei titoli che desideravano ardentemente, le prove che il clima del nostro pianeta sta rapidamente cambiando in forme ostili alla vita, umana e non, si sono intensificate.
Verso la fine di giugno, Jacobabad, una città di 200 mila persone in Pakistan, ha sperimentato le condizioni di «bulbo umido» in cui elevata umidità e temperature torride si combinano per raggiungere un livello in cui il corpo umano non può più raffreddarsi. Nel frattempo, a mezzo mondo di distanza, sulla costa occidentale del Nord America, una cupola di calore resa molto peggiore dai cambiamenti climatici ha fatto salire le temperature al punto che la città di Lytton, nella Columbia Britannica, ha raggiunto i 49,6 gradi centrigradi, battendo il precedente record di temperatura del Canada di 4.6 gradi centrigradi, poi ha bruciato la terra quando un incendio ha dilaniato la città.
Il contrasto tra queste storie è impressionante. Da una parte, i miliardari si cimentano in una gara di misurazione del cazzo per vedere chi può uscire per primo dall’atmosfera, mentre dall’altra, i miliardi persone che non faranno mai un viaggio del genere si misurano con le conseguenze degli effetti del capitalismo sul clima e dei decenni durante i quali i suoi seguaci più potenti hanno soffocato ogni azione per fermare tutto ciò.
In un momento in cui dovremmo fare di tutto per garantire che il pianeta rimanga abitabile, i miliardari ci offrono uno spettacolo per distrarci dalla loro ricerca di continua accumulazione capitalista e dagli effetti disastrosi che sta avendo.
Lo spettacolo dei miliardari nello spazio
Lo scorso maggio, abbiamo dovuto subire un’altra dimostrazione di ambizione spaziale miliardaria. Mentre la gente negli Stati uniti scendeva in strada dopo l’omicidio di George Floyd e il governo stava facendo poco per impedire al Covid-19 di imperversare per il paese, Elon Musk e il presidente Donald Trump si incontravano in Florida per celebrare il primo lancio di SpaceX con astronauti nella Stazione Spaziale Internazionale.
Mentre le persone normali combattevano per la propria vita, l’élite viveva in un mondo completamente separato e non aveva scrupoli a mostrarlo. Non c’era bisogno che andassero su un altro pianeta.
Negli ultimi anni, con l’escalation della corsa allo spazio miliardaria, il pubblico ha acquisito sempre maggiore familiarità con le sue grandiose visioni per il nostro futuro. Elon Musk di SpaceX vuole che colonizziamo Marte e afferma che la missione della sua compagnia spaziale è quella di costruire l’infrastruttura per farlo. Vuole che l’umanità sia una specie «multiplanetaria» e sostiene che una colonia marziana sarebbe un piano di riserva nel caso in cui la Terra diventasse inabitabile.
Intanto, Bezos non ha molto tempo per la colonizzazione di Marte. Crede che dovremmo costruire grandi strutture nell’orbita terrestre dove la popolazione umana può crescere fino a un trilione di persone senza danneggiare ulteriormente l’ambiente del pianeta. Mentre viviamo le nostre vite nei cilindri O’Neill, come vengono chiamati, faremo vacanze occasionali in superficie per sperimentare la meraviglia del mondo che una volta chiamavamo casa.
Nessuno di questi futuri è allettante se si guarda oltre le slide dipinte di rosa dei miliardari. La vita su Marte sarebbe orribile per centinaia di anni, almeno, e probabilmente ucciderebbe molte delle persone a causa del viaggio, mentre la tecnologia per enormi colonie spaziali non esiste e allo stesso modo non sarà possibile per molto tempo venire. Quindi, per quale motivo promuovere questi futuri di fronte a una minaccia senza precedenti per la nostra specie qui sulla Terra? È per coinvolgere il pubblico in una nuova fase di accumulazione capitalista i cui benefici saranno raccolti da quei miliardari.
Per essere chiari, ciò non significa nemmeno nulla di grandioso tipo l’estrazione di asteroidi. Piuttosto, la forma si può riconoscere nell’evento dello scorso maggio: mentre Musk e persino Trump continuavano a promuovere lo spettacolo di Marte per il pubblico, SpaceX stava diventando non solo un attore chiave in un’industria spaziale privatizzata, serve anche consentire l’accumulazione militare attraverso miliardi di dollari di contratti governativi. Le grandi visioni, i lanci di razzi e gli spettacoli di miliardari che lasciano l’atmosfera sono tutti una copertura per l’economia spaziale reale.
Il partenariato pubblico-privato
Branson sta usando la trovata pubblicitaria per attirare l’attenzione, ma la vera competizione è tra Bezos e Musk. E mentre competono tra loro, hanno un significativo interesse reciproco. Nel 2004, Bezos e Musk si sono incontrati per discutere le loro rispettive visioni per lo spazio, il che ha portato Musk a chiamare le idee di Bezos «stupide». L’esito di quel confronto è che di di tanto in tanto si beccano l’un l’altro – gli scambi che i media si bevono – ma di fatto stanno ancora lavorando per promuovere un’industria spaziale privata da cui entrambi trarranno beneficio.
Gli anni di competizione tra SpaceX e Blue Origin su piattaforme di atterraggio, brevetti e contratti della Nasa mostrano la vera posta in palio della corsa spaziale miliardaria. L’esempio più recente è un contratto Nasa da 2,9 miliardi di dollari assegnato a SpaceX per la costruzione di un lander lunare, per il quale hanno concorso anche Blue Origin e l’appaltatore della difesa Dynetics. In seguito, il Congresso ha preso in considerazione l’idea di aumentare il budget della Nasa di 10 miliardi di dollari, in parte in modo che potesse fare un secondo contratto con Blue Origin. Ma non è certo l’unico esempio di finanziamento pubblico per l’industria spaziale apparentemente privata.
Un rapporto di Space Angels nel 2019 stimava che a partire dall’anno successivo 7,2 miliardi di dollari sarebbero stati distribuiti all’industria spaziale commerciale e specificava che SpaceX era una società il cui primo successo dipendeva dai contratti della Nasa. Ma le aziende spaziali private non si limitano a costruire relazioni con l’agenzia spaziale pubblica.
SpaceX si è aggiudicata un contratto da 149 milioni di dollari col Pentagono per costruire satelliti di localizzazione missilistica e altri due del valore di 160 milioni di dollari per utilizzare i suoi razzi Falcon 9. Ha siglato anche un contratto iniziale di 316 milioni di dollari per un lancio della Space Force – accordo il cui valore probabilmente varrà molto di più in futuro – e sta costruendo un razzo militare che consegnerà armi in tutto il mondo. Oltre a tutto ciò, SpaceX ha avuto 900 milioni di dollari di sussidi dalla Federal Communications Commission per fornire banda larga attraverso i suoi satelliti Starlink.
Nonostante tutto l’entusiasmo per le imprese spaziali private e i miliardari dello spazio che le sostengono, queste rimangono fortemente dipendenti dai soldi pubblici. Questo è il vero volto dell’industria spaziale privata: miliardi di dollari in contratti dalla Nasa, dall’esercito e sempre più per le telecomunicazioni che stanno aiutando aziende come SpaceX e Blue Origin a controllare l’infrastruttura dello spazio. Ed è tutto giustificato al pubblico con la promessa che si tratta di progetti al servizio di grandi visioni: non sono altro che stratagemmi di marketing.
SpaceX ha avuto così tanto successo nell’ottenere questi contratti anche perché Musk non è un inventore ma un venditore. Sa come usare le acrobazie delle pubbliche relazioni per attirare l’attenzione delle persone e questo lo aiuta ad aggiudicarsi contratti redditizi. Sa anche cosa non enfatizzare, come i contratti militari potenzialmente controversi che non ricevono tweet o video di annunci appariscenti. Il viaggio di Bezos nello spazio è incentrato sulla spettacolarizzazione, perché si rende conto che è essenziale competere per l’attenzione del pubblico e dei burocrati che decidono chi ottiene gli appalti pubblici.
I miliardari non vanno da nessuna parte
Per anni, ci sono state preoccupazioni sul fatto che gli investimenti spaziali dei miliardari mirassero a sfuggire al caos climatico che la loro classe continua ad alimentare qui sulla Terra. È la storia di Elysium di Neill Blomkamp: i ricchi vivono in una colonia spaziale e tutti gli altri continuano a soffrire su un pianeta terra devastato dal clima, repressi dalla polizia robotica mentre forniscono il lavoro che rende possibile l’abbondanza della colonia. Ma non è questo il futuro verso cui ci stiamo dirigendo.
Come spiega Sim Kern, mantenere in vita solo poche persone sulla Stazione Spaziale Internazionale richiede il lavoro di migliaia di persone e diventa più difficile quanto più le persone sono lontane dall’unico mondo che possiamo davvero chiamare casa. Le colonie di Marte o le enormi stazioni spaziali non ci saranno presto; non costituiscono un piano di riserva, né una via di fuga. Mentre i miliardari inseguono il profitto nello spazio e aumentano il loro ego, tengono in considerazione l’apocalisse climatica quaggiù sulla Terra, ma solo per se stessi.
Musk usa narrazioni fuorvianti sullo spazio per alimentare l’eccitazione del pubblico, e fa lo stesso con le soluzioni climatiche. Il suo portfolio di auto elettriche, impianti solari suburbani e altri progetti di trasporto progettati per funzionare al meglio, se non esclusivamente, per l’élite. I miliardari non stanno lasciando il pianeta, si stanno isolando dal resto della gente con veicoli a prova di proiettile, comunità recintate alimentate a batteria e forse anche tunnel di trasporto esclusivi. Hanno le risorse per mantenere più case e per avere jet privati in standby se hanno bisogno di fuggire da un disastro naturale o dalla rabbia popolare.
Abbiamo un disperato bisogno che le persone vedano oltre lo spettacolo della corsa spaziale miliardaria e riconoscano che non sta gettando le basi per un futuro fantastico, o addirittura facendo progredire la conoscenza scientifica sull’universo. Stanno solo cercando di rafforzare il nostro sistema capitalista in difficoltà, distogliendo risorse e attenzione dalla sfida più urgente che la stragrande maggioranza del pianeta deve affrontare. Invece di consentire che i miliardari proseguano a giocare nello spazio, dobbiamo impadronirci della ricchezza che ci hanno estratto e ridistribuirla per affrontare la crisi climatica, prima che sia troppo tardi.
*Paris Marx è il conduttore del podcast Tech Won’t Save Us. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.
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