Politici e opinionisti mainstream hanno preso di mira i saperi critici. L’offensiva sulla cosiddetta «cancel culture» riguarda gli studi su genere, razza e classe. Si fa più rabbiosa ogni volta che la ricerca incrocia le pratiche di lotta
Caroline Ibos è professoressa di sociologia all’université Paris 8 e ricercatrice al Laboratoire d’études de genre e de sexualité – Legs. Lavora sulle forme di domesticità contemporanee in una prospettiva intersezionale, e sul care come risorsa politica. Nel 2019, ha pubblicato con Aurélie Damamme, Pascale Molinier et Patricia Paperman, Vers une société du care. Une politique de l’attention (Le Cavalier bleu).
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Se pensate che in nome della fantomatica «cancel culture» qualcuno stia manipolando i libri dovreste leggere quanto scrive l'Associazione dei bibliotecari americani sulla campagna oscurantista in atto. Spoiler: non c'entra la sinistra
https://jacobinitalia.it/la-censura-viene-da-destra/
Nel solo 2021 negli Stati uniti le macchine hanno causato circa quarantatremila morti per incidenti. Ma ormai le accettiamo in quanto sfortunato ma inevitabile costo della vita moderna
https://jacobinitalia.it/le-auto-distruggono-la-citta/
Grazie anche a @JacobinItalia per la ripresa dell'intervista con @PabloIglesias per la rivista @ctxt_es su "Questa guerra non finisce in Ukraina", che per l'appunto è in corso di traduzione all'italiano. https://twitter.com/JacobinItalia/status/1641011347340025858
La guerra definisce l'ambiente ideale per produrre nuovi fascismi e per cancellare ogni istanza di liberazione. Basterebbe questo per lottare per la «pace costituente» di cui parla Raúl Sánchez Cedillo con Pablo Iglesias
https://jacobinitalia.it/senza-rivolta-il-pacifismo-e-sconfitto/