
La città dal basso di Možemo
La sinistra ambientalista ha vinto le elezioni comunali e adesso amministrerà Zagabria: la forza di un movimento nato nelle lotte
Il leader della coalizione della sinistra ambientalista croata Možemo! (Possiamo), Tomislav Tomašević, ha sbaragliato tutti gli avversari alle elezioni amministrative per la città di Zagabria che si sono tenute domenica scorsa. Dopo aver ottenuto più del 40% dei voti al primo turno il 16 maggio, Tomašević ha incassato il 63,8% di preferenze al ballottaggio contro il leader della destra nazionalista Miroslav Skoro del Movimento per la Patria. La coalizione rosso-verde ha vinto nella capitale che è stata per vent’anni roccaforte del populista e conservatore Milan Bandic, morto a febbraio di quest’anno in piena campagna elettorale. Il leader della formazione ambientalista ha ricevuto 147.631 voti, più di quanto mai ottenuto da Bandić, e conterà sull’appoggio di 23 su 47 consiglieri comunali appartenenti alla piattaforma. Možemo ha avuto successo anche in 16 dei 17 distretti della capitale e in 101 comitati di quartiere in cui ha corso presentando candidati giovani e provenienti dall’ambiente dei movimenti e dell’associazionismo croato. Fuori Zagabria la coalizione rosso-verde si è presentata in sette città croate e in tutte queste è riuscita a eleggere propri rappresentanti, nonché la sindaca di Pisino in Istria. Questo entusiasmante risultato è un chiaro segno che i cittadini della capitale croata desiderano un’alternativa politica più democratica, ecologicamente responsabile, femminista e progressista. L’Hdz (Hrvatska demokratska zajednica, Unione Democratica Croata), forza conservatrice al potere a livello nazionale che esprime il premier Plenkovic, ha invece subìto una notevole battuta d’arresto.
Classe 1982, Tomašević è un volto noto dell’attivismo croato. È impegnato da vent’anni nelle lotte in difesa dell’ambiente, per il diritto alla città, allo spazio e ai servizi pubblici. A capo dell’organizzazione Azione Verde ha portato avanti molte lotte contro controversi progetti di riqualificazione urbana. La battaglia più conosciuta, quella contro la commercializzazione della centrale via Varsavia e la «riqualificazione» della Piazza del mercato dei fiori, ha portato alla costituzione della piattaforma civica urbana «Zagabria è nostra» (Zagreb je nas) nel 2017. Lo stesso anno la piattaforma si è presentata alle elezioni comunali, prendendo il 7,6% dei voti. Questo ha permesso a «Zagabria è nostra» di eleggere quattro consiglieri comunali all’opposizione (tra i quali lo stesso Tomašević), 21 nei consigli distrettuali e 41 nei consigli di quartiere. Tra di loro moltissimi giovani, esponenti e volti noti di associazioni civiche e attivisti in diversi ambiti, dal diritto alla città alla difesa dei diritti delle persone Lgbtq, che in questi anni si sono impegnati nel non facile passaggio dalla politica della piazza a quella istituzionale. Dopo anni di opposizione a Bandić in consiglio comunale, nel 2019 «Zagabria è nostra» è confluita in Možemo, partito e piattaforma politica di respiro nazionale, che si è presentata alle elezioni parlamentari europee dello stesso anno e a quelle nazionali nel 2020. In quest’ultima occasione la coalizione ha ottenuto quasi il 7% delle preferenze, riuscendo a far eleggere sette parlamentari su 151 (ora sei, dopo che il Fronte dei lavoratori è uscito dalla coalizione), tra i quali lo stesso Tomašević. Dopo anni di lavoro all’interno dei consigli di quartiere, dei territori e delle piazze, nel 2021 Možemo è riuscita a passare dal 7,8% al 63% delle preferenze, arrivando quindi a governare la capitale.
In Europa, Tomislav Tomašević ha ricevuto l’appoggio di diversi sindaci, tra cui quelli di Barcellona, Budapest, Innsbruck e Grenoble. Il sindaco di Grenoble ha annunciato che non vede l’ora di lavorare con il futuro sindaco di Zagabria che si unirà al movimento delle città verdi in Europa. Nel corso delle settimane, le elezioni comunali di Zagabria hanno attirato l’attenzione di un numero crescente di movimenti in tutta Europa, mentre la conquista dell’ufficio del sindaco di Zagabria sta diventando un caso da manuale per il movimento municipalista. Ma a cosa è dovuto il successo della sinistra ambientalista croata?
Le ragioni di un successo
A livello politico, Možemo va a riempire il vuoto a sinistra lasciato dai socialdemocratici dell’Sdp, che in Croazia, come in gran parte della regione, hanno progressivamente sterzato verso il centro, perdendo credibilità ed elettorato. Prima che Možemo apparisse sul panorama politico nazionale, non c’era alcun soggetto istituzionale che rappresentasse la sinistra croata. Come ha spiegato Danijela Dolenec, professoressa alla facoltà di scienze politiche di Zagabria ed eletta vice-sindaca di Zagabria, nella regione «non esiste un’articolazione delle idee di sinistra nello spazio pubblico». Prima che Možemo entrasse in parlamento nel 2020, l’unica forza di sinistra in parlamento nella regione era il partito Levica (la Sinistra) in Slovenia.
Oltre a riempire il vuoto a sinistra, Možemo è riuscita a riunire in un’unica piattaforma politica diversi soggetti della sinistra ambientalista, progressista e dei movimenti sociali. Nel 2017 in «Zagabria è nostra» sono confluiti quattro partiti ambientalisti e di sinistra: la Nuova Sinistra (Nova Ljevica), Per la città (Za grad), Sviluppo Sostenibile della Croazia (Održivi razvoj Hrvatske – ORaH) e Radnička Fronta (il Fronte dei Lavoratori). Nonostante nel 2020 il Fronte dei Lavoratori si sia sfilato dalla coalizione, il tentativo di tenere uniti soggetti di ispirazione diversa ma con un fronte ideologico comune sembra aver funzionato.
Un grande elemento di novità consiste nel fatto che la piattaforma politica non segue logiche strettamente partitiche – pur esprimendosi anche sotto forma di partito. Questo doppio modello, spiega una parlamentare di Možemo, intende garantire a più persone possibili di partecipare al processo decisionale senza doversi per forza iscriversi al partito. Si può infatti partecipare alle decisioni, avanzare proposte, esprimere opinioni nei gruppi e assemblee locali senza essere membri del partito, ma solo della piattaforma. L’unica condizione è essere attivi sul campo e aderire al principio deliberativo che sta alla base di un processo decisionale democratico basato su cerchi concentrici di coordinamento e sostegno.
Un piede nelle istituzioni e uno nelle piazze
Così come «Zagabria è nostra», anche Možemo è una piattaforma di chiara ispirazione municipalista. Per certi versi il percorso che ha portato Možemo alla guida di Zagabria ricalca le tappe dell’esperienza spagnola di Barcelona en Comú, che governa la capitale catalana dal 2015, e alla quale Možemo si è ispirata. Così come Ada Colau, anche la credibilità di Tomislav Tomašević deriva da anni di attivismo per il diritto alla città e all’abitare. La scelta di tentare la via istituzionale è derivata dalla consapevolezza che la battaglia nelle piazze non poteva più essere la sola soluzione, ma che bisognava entrare nelle istituzioni per trasformarle dall’interno, sempre mantenendo però uno stretto contatto con i movimenti che hanno continuato ad animare strade e piazze.
La vittoria di Možemo è infatti il risultato di un lungo lavoro sul campo portato avanti da una generazione politica che si è forgiata durante numerose lotte a favore dell’ecologia, della cultura, dei beni comuni e del diritto alla città, e il frutto di più di un decennio di attivismo per il diritto alla città, di riflessioni sui beni comuni, di networking con i gruppi municipalisti in tutta Europa. Zagabria ha partecipato al movimento Occupy the Square con una lotta contro la costruzione di un centro commerciale che ha attirato molta attenzione in Europa. Tra i candidati nei diversi livelli amministrativi, tanti sono giovani attivisti che si sono formati durante le proteste studentesche del 2009, culminate nell’occupazione della facoltà di Scienze umane e sociali di Zagabria per poi diffondersi in molte università della Croazia dove ha rivendicato il diritto all’istruzione gratuita scandendo lo slogan «Il sapere non è una merce» (Znanje nije roba).
Il radicamento sul territorio e le nuove forme di partecipazione
In un articolo scritto per Minim Municipalist Observatory, il ricercatore Karlo Kralj spiega come la vittoria schiacciante di Možemo sia da attribuire anche a una campagna elettorale condotta come forma di azione collettiva nei quartieri e nei distretti delle città, in cui i e le candidate sono state presenti e ben visibili durante tutta la campagna elettorale. In occasione del terremoto che ha recentemente colpito la zona, sono stati costituiti comitati (o avviate collaborazioni con quelli già esistenti) per ripulire dalle macerie le zone interessate dal terremoto. Tra le varie forme di coinvolgimento dei cittadini, che Možemo promette di continuare ad attuare ora che si apprezza a governare Zagabria, c’è stata la partecipazione dei cittadini nel processo di elaborazione del programma elettorale. Nel 2017 come nel 2021 Možemo ha invitato i cittadini a partecipare a un sondaggio riguardante i bisogni di ogni quartiere della città, che ha dato modo ai cittadini di identificarne i bisogni e proporre soluzioni. Il sondaggio, intitolato «Che quartiere vuoi?», ha permesso ai partecipanti di poter esprimere anche le priorità a cui le politiche locali avrebbero dovuto rispondere.
Il programma è stato quindi elaborato in modo orizzontale da circa 10.000 cittadini che hanno partecipato al sondaggio e da quelli che ne hanno discusso nelle assemblee locali e di quartiere, con il supporto di 200 esperti delle tematiche trattate. Ne è emerso un programma che corrispondeva alle aspirazioni degli abitanti di Zagabria: rendere la città più vivibile e resistente al cambiamento climatico, concentrandosi sulla mobilità con nuove infrastrutture per la bicicletta e il trasporto pubblico, ma anche investendo in alloggi e servizi pubblici. Come Barcelona en Comu, la piattaforma lavora attraverso gruppi di quartiere e comitati locali per decentralizzare il potere in tutta la città, portando avanti l’idea di una città policentrica in cui non siano rappresentati solo i quartieri del centro. La campagna elettorale è stata infatti condotta sia nel centro della città che nei quartieri più periferici, finora trascurati dall’amministrazione locale, ma duramente coinvolti nei progetti di trasformazione urbana di stampo neoliberista che stanno cambiando l’aspetto di Zagabria, così come quella di altre città della regione.
Risignificare la politica
Come ha spiegato bene Marco Siragusa su Jacobin Italia, Možemo è riuscita nell’intento di «dotare i movimenti civici di rappresentanza politica in grado di portare anche nelle istituzioni le rivendicazioni dei cittadini», trasformando l’energia delle piazze in lotta in una chiara proposta politica. Azione per nulla scontata in un contesto in cui la politica è percepita esclusivamente come regno della corruzione e delle reti clientelari, di sprechi e privilegi per pochi, senza alcun punto di contatto con i bisogni dei cittadini. La svolta istituzionale dei movimenti sociali, in particolare quelli legati al diritto alla città, è recente nei paesi dell’ex Jugoslavia, dove per decenni le forze politiche dal basso non hanno cercato una sponda istituzionale, finché non hanno deciso di creare la loro alternativa politica.
In un contesto in cui l’attività politica è concepita come limitata all’attività dei partiti basati su reti clientelari, gli attivisti di Možemo sono riusciti a portare avanti l’idea che la partecipazione politica riguardi qualunque cittadino che ha a cuore il bene comune, e che non si limiti a meri giochi di potere, ma all’impegno per migliorare la vita quotidiana dei cittadini occupandosi dei problemi e delle priorità di città e quartieri. Lo scollamento tra classe politica e cittadinanza è tale che, spiega sempre Kralj, mentre Možemo ha messo al centro la risoluzione di problemi concreti come il diritto all’abitare e i sistemi fognari disfunzionali «a tutti i livelli di governo locale, e specialmente a livello dei distretti, la risoluzione di questi problemi è stata in precedenza raramente associata alla partecipazione alla politica, tanto meno alla politica dei partiti». A Možemo va riconosciuto il merito di aver tentato di dare un nuovo significato alla politica promettendo di «cambiare il modo in cui la città è governata e restituire la città ai cittadini», come ha affermato Tomašević celebrando quella che ritiene una vittoria collettiva.
E adesso dove andiamo?
La vittoria di Možemo apre scenari interessanti per la Croazia e per tutta la regione, che negli ultimi decenni ha visto l’intensificarsi della mobilitazione politica, mentre si sono fatte sempre più pressanti le richieste di inclusione dei cittadini nel processo democratico (basti pensare ai movimenti ecologisti in Serbia e in Montenegro, o alle proteste di piazza e ai plenums in Bosnia Erzegovina). Mentre Zagabria sta per diventare un laboratorio di politica neo-municipalista, cresce l’aspettativa nei confronti dell’amministrazione Tomašević, che si appresta ad affrontare una serie di questioni spinose e irrisolte.
La prima sfida sarà quella di ripulire i conti pubblici della capitale. In particolare, la nuova squadra prevede di condurre diversi audit finanziari per determinare la situazione finanziaria, l’ammontare del debito e i contratti pubblici assegnati al settore privato. Anche gli alloggi saranno una questione importante, con l’obiettivo di costruire abitazioni sociali per far fronte all’aumento dei prezzi e alla speculazione immobiliare. Con uno stock di alloggi pubblici che ammonta solo al 2%, le sfide per soddisfare le esigenze della popolazione saranno enormi. La piattaforma rosso-verde ha promesso di continuare a coinvolgere la cittadinanza nell’elaborazione delle politiche pubbliche e per fare questo potrà contare su una solida squadra composta da cittadini e accademici specializzati in politiche urbane e comunali per rispondere alle numerose sfide che si appresta ad affrontare. Rimane ora da vedere come un movimento nato per cambiare la città dal basso e diventato partito di governo riuscirà ad affrontare le difficoltà e le sfide insite nella rappresentanza locale.
*Chiara Milan è ricercatrice presso la Classe di Scienze Politico-Sociali della Scuola Normale Superiore, dove coordina il Network Jean Monnet Transnational Political Contention in Europe (TraPoCo). Si occupa di movimenti sociali, attivismo e cittadinanza, con particolare attenzione ai paesi dell’ex Jugoslavia. Fa parte della Rete municipalista europea.
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