
La sfida per la democrazia brasiliana
L’occupazione di tutte e tre le camere del governo è lo specchio drammatico dello stato di fragilità in cui ormai versa la democrazia brasiliana. La risposta dell'esecutivo Lula sarà fondamentale per la salute delle istituzioni del paese
Domenica 8 gennaio, migliaia di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno infranto le barricate della polizia nella capitale Brasília, invadendo il Congresso Nazionale, la Corte Suprema e la residenza ufficiale del presidente a Palazzo Planalto.
Ci sono volute diverse ore per disperdere la folla che contestava l’inaugurazione del rivale di Bolsonaro, Luiz Inácio Lula da Silva. Ci sono stati centinaia di arresti. I seguaci di Bolsonaro hanno compiuto atti vandalici contro gli edifici del governo, distruggendo innumerevoli documenti, reperti storici e opere d’arte.
L’occupazione di tutte e tre le camere del governo è lo specchio drammatico dello stato di fragilità in cui ormai versa la democrazia brasiliana. La risposta del nuovo governo sarà fondamentale per la salute delle istituzioni del Brasile.
Da Trump a Bolsonaro
È ovvio il confronto con il tentativo di insurrezione a Capitol Hill negli Stati uniti del 6 gennaio di due anni fa. A partire dall’utilizzo dei social media come mezzo per coordinare l’azione fino alla morbida reazione delle forze dell’ordine al divagare incontrollato dei manifestanti entrati negli edifici del governo, si possono evidenziare notevoli somiglianze tra i due eventi. E come lgli statunitensi, anche i brasiliani hanno visto in TV la folla reazionaria, fomentata dallo sconfitto presidente di estrema destra, invadere le sedi del potere democratico e trasmettere in diretti tali atti all’apparenza senza conseguenze. Sarà diversa la risposta delle autorità del Brasile? Questa è stata la reazione di Lula all’accaduto:
Queste persone, questi vandali, che potremmo chiamare fanatici nazisti o fanatici fascisti,e hanno fatto una cosa che non è mai stata fatta nella storia di questa nazione. Ripensate a tutte le persone di sinistra che nel passato sono state torturate e uccise, che sono sparite, eppure non c’è mai stata notizia di un partito di sinistra, un movimento di sinistra, che invadeva il Congresso Nazionale, la Corte Suprema e Palazzo Planalto.
Il nuovo presidente si era recato presso una comunità ad Araraquara, severamente colpita dalle piogge torrenziali della regione. Da lì ha ordinato un intervento federale, mettendo il Distretto Federale sotto il diretto controllo della propria amministrazione fino al 31 gennaio.
Lula ha giurato che i responsabili dell’assalto saranno perseguiti e puniti con ogni mezzo della legge, così come chi l’ha finanziato. Durante la sua inaugurazione a inizio gennaio, Lula è stato perentorio sull’inaccettabilità della violenza politica. I suoi discorsi si concentrano molto sui temi dell’inclusione e della generosità, ma Lula è sempre stato irremovibile riguardo al comportamento antidemocratico dell’estrema destra.
Lula ha inoltre condannato la risposta della polizia militare del Distretto Federale, responsabile della sicurezza della zona, portando come prova i video di ufficiali della polizia mentre cooperano e aiutano gli invasori. Considerando il fatto che i sostenitori di Bolsonaro si stavano raccogliendo nella capitale già da alcune settimane, accampandosi nella Piazza dei Tre Poteri, alcuni osservatori hanno notato la ridotta presenza delle forze dell’ordine.
Il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha, e il suo segretario della sicurezza pubblica Anderson Torres sono entrambi rinomati sostenitori di Bolsonaro. Torres al momento si trova a Orlando, in Florida, dove è andato Bolsonaro dopo aver lasciato la carica di presidente. Molti da sinistra hanno dubitato della loro reale volontà di difendere l’ordine pubblico davanti all’aggressione bolsonarista.
Ora, davanti ai numerosi video che riprendono gli ufficiali di polizia mentre filmano passivamente o addirittura guidano la folla inferocita oltre le barricate, l’amministrazione di Lula si è attivata. Dopo le pressioni del Ministero della Giustizia, Rocha ha dovuto rilevare Torres dal suo incarico. Poche ore dopo, il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha rimosso lo stesso Rocha per novanta giorni dalla carica di governatore del Distretto Federale.
Il Ministro della Giustizia Flavio Dino, una delle figure principali della sinistra brasiliana, ha promesso che ci saranno altri arresti oltre ai circa quattrocento che hanno già avuto luogo. La polizia militare e l’esercito hanno smantellato gli accampamenti piantati a Brasília. Tra i pullman usati per portare i seguaci di Bolsonaro alla capitale per l’assalto, più di quaranta sono stati sequestrati per le indagini.
Una sfida per la democrazia
Non c’è stato alcun tentativo da parte degli ufficiali del governo di addolcire la pillola quando si trattava di descrivere i responsabili dell’assalto, che sono stati chiamati vandali, fascisti, criminali e terroristi. Il potere esecutivo, legislativo e giuridico brasiliani hanno promesso tutti una risposta punitiva.
Lula ha richiesto un incontro di emergenza con i governatori del Brasile la sera di lunedì per pianificare una risposta alla crisi in atto in modo da poter presentare un fronte democratico. Tuttavia, molti di questi governatori sono neoeletti oppositori dell’amministrazione di Lula e sostenitori di Bolsonaro, quindi non è chiaro se sarà possibile raggiungere un compromesso tra i leader federali e statali.
Comunque vada, il danno è già stato fatto. Le rivolte nella capitale hanno sollevato il velo di rinnovamento democratico e transizione pacifica dell’inaugurazione di Lula per rivelare una repubblica in frantumi. Resta da vedere se le promesse di serie ripercussioni per i responsabili saranno mantenute. Ma la risposta decisiva della nuova amministrazione dimostra che Lula e il suo gabinetto non sono disposti a tollerare la sfida violenta contro la democrazia lanciata dai seguaci di un politico in disgrazia fuggito dalla nazione per evadere all’arresto.
*Olavo Passos de Souza è un dottorando in storia alla Stanford University. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è di Valentina Menicacci.
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