Marx ed Engels scrissero nel Manifesto del Partito comunista che «gli operai non hanno patria». Nel mondo di oggi, il pericolo principale non è sottovautare il peso delle nazioni ma rappresentarle come onnipresenti
La deriva dei Bric
Grace BlakeleyBrasile, Russia, India e Cina hanno provato a promuovere cooperazione e persino guidare la globalizzazione uscendo dall’orbita occidentale. Ma negli ultimi dieci anni tutti e quattro questi paesi hanno avuto governi nazionalisti
Marx orientalista
Kevin B. AndersonMarx diceva davvero che i paesi non occidentali si sarebbero dovuti accodare allo «sviluppo» e alla «civiltà» come fase necessaria verso il comunismo? Non proprio, spiega in quest’intervista il sociologo Kevin B. Anderson
L’invenzione dell’Ucraina
Owen HatherleyIl paese invaso da Putin è una nazione creata ad arte per motivi geopolitici poco chiari? La risposta potrebbe essere affermativa. Ma la costruzione artificiale di quel paese non è diversa dalla storia di tutti gli altri, Italia compresa
Esperanto e rivoluzione
Gregor BentonUna lingua inventata per essere universale e unire i popoli per anni ha accompagnato l’internazionalismo.
I regimi infatti l’hanno sempre osteggiata. Ha avuto un momento di gloria quando l’inglese non era ancora globale
Internazionalismo oggi
Benjamin FogelLa sfida di pensare un mondo senza nazioni nasce insieme alle lotte del lavoro. Oggi resta ancora un’opzione valida. Anzi: è l’unico antidoto ai sovranismi e alla perversione in chiave sciovinista delle aspirazioni di chi sta in basso