«Un movimento contro l’avidità delle assicurazioni sanitarie»
Intervista a Bernie Sanders dopo l’assassinio di Brian Thompson. «Il sistema sanitario negli Usa è distrutto, abbiamo bisogno di un sistema universale come diritto umano». Contro la violenza individuale serve un movimento politico
L’assassinio dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare, Brian Thompson, a Manhattan, ha attirato da parte dei media più attenzione sul sistema sanitario americano di quanta ne abbia avuta l’intera elezione presidenziale del 2024. Molti hanno colto l’occasione per discutere della reazione pubblica, tendenzialmente indifferente nei confronti della vittima. Ma la domanda più urgente è: se gli americani la pensano così sull’assicurazione sanitaria privata, perché i politici hanno abbandonato il tema? All’indomani dell’omicidio, presumibilmente compiuto dal ventiseienne Luigi Mangione, è venuta fuori l’indignazione per l’avidità delle compagnie assicurative e per l’incapacità del sistema di fornire cure adeguate agli statunitensi. Ma senza un movimento di massa intorno a Medicare for all guidato da una forte leadership politica, è difficile immaginare come la rabbia e la disperazione delle persone possano essere incanalate in un cambiamento duraturo.
Il senatore Bernie Sanders ha parlato con Chandler Dandridge, collaboratore di Jacobin, della reazione all’omicidio di Thompson, della crudeltà del sistema sanitario a scopo di lucro, del progetto di Medicare for All, di come promuovere l’unità tra gli elettori della working class e della necessità che i leader del Partito democratico dicano da che parte stanno.
Ci stiamo avvicinando al quindicesimo anniversario dell’Affordable Care Act [Aca, la riforma del sistema sanitario voluta da Obama e conosciuta come Obamacare, ndt] e gli Stati uniti sono ancora in preda a una grave crisi sanitaria. Negli ultimi dieci anni, infatti, i profitti delle compagnie assicurative sono costantemente aumentati, i premi continuano a salire e le richieste di risarcimento di base continuano a essere negate. Perché la legislazione firmata dal Presidente [Barack] Obama non è riuscita a risolvere il nostro sistema sanitario?
Perché la funzione principale dell’Aca è stata quella di aumentare la copertura sanitaria sovvenzionando l’industria assicurativa. La sua funzione non è mai stata quella di andare alla radice dei problemi e chiedersi perché spendiamo circa il doppio pro capite per l’assistenza sanitaria rispetto agli altri paesi. Non ha affrontato la questione che la funzione dell’attuale sistema sanitario non fornisce – sottolineo non fornisce – cure di qualità in modo economicamente efficiente. La funzione è molto chiara e non è cambiata: è quella di far guadagnare il più possibile le compagnie assicurative e le case farmaceutiche. Quindi, se si dispone di un sistema progettato per realizzare decine di miliardi di profitti l’anno per le compagnie assicurative e le case farmaceutiche, per definizione non risponderà alle esigenze del popolo americano.
Nonostante la crisi attuale, l’assistenza sanitaria è stata largamente assente dalle elezioni generali del 2024 – una netta differenza rispetto a quando lei si è candidato alla presidenza nel 2016 e nel 2020. Lei ha viaggiato in tutto il paese negli ultimi mesi: la gente comune ha perso interesse e si è rassegnata allo status quo?
(Gridando) No! È abbastanza chiaro? Quando parliamo di crisi dell’assistenza sanitaria, secondo me, e credo anche secondo la maggioranza degli statunitensi, sappiamo che il sistema attuale è distrutto, è disfunzionale, è crudele e selvaggiamente inefficiente, troppo costoso. Questo è ciò che le persone capiscono della situazione. Quando tengo discorsi pubblici, la maggior parte delle volte dico: «Quanti di voi pensano che l’attuale sistema sanitario americano funzioni bene? Per favore, alzate la mano». Si alzano pochissime mani. «Quanti di voi pensano che sia distrutto?». Quasi tutte le mani della sala si alzano. Questo è ciò che il popolo americano capisce per ovvie ragioni.
Abbiamo ottantacinque milioni di persone non assicurate. Paghiamo il prezzo più alto al mondo per i farmaci da prescrizione. I nostri risultati sono peggiori rispetto alla maggior parte degli altri sistemi sanitari. La nostra aspettativa di vita è più bassa. Circa sessantamila persone all’anno muoiono perché non riescono ad andare dal medico in tempo. Non c’è bisogno di essere un genio per capire che si tratta di un sistema selvaggiamente disfunzionale. Spendiamo il doppio pro capite per l’assistenza sanitaria e otteniamo meno valore rispetto agli altri paesi.
Ma la vera crisi non riguarda il dibattito sull’assistenza sanitaria. Riguarda il dibattito politico. Ed è un dibattito sui finanziamenti delle campagne elettorali. Il motivo per cui non siamo allineati a tutti gli altri grandi paesi del mondo nel garantire l’assistenza sanitaria universale come diritto umano è il potere politico e finanziario dell’industria assicurativa e delle case farmaceutiche. Queste spendono enormi quantità di denaro per garantirsi che non vengano messe in discussione le premesse fondamentali del sistema attuale e vogliono assicurarsi che continuiamo a mantenere un sistema di assistenza sanitaria gestito dalle compagnie assicurative e dalle case farmaceutiche. Ci vorrà una rivoluzione politica in questo paese per far sì che il Congresso dica: «Sapete, siamo qui per rappresentare la gente comune, per fornire un’assistenza di qualità alle persone comune come diritto umano, e non per preoccuparsi dei profitti delle compagnie assicurative e farmaceutiche».
Si tratta quindi di una questione principalmente politica. È questo che dobbiamo affrontare. Per rispondere alla sua domanda, credo che la gente sia più che consapevole della crisi dell’assistenza sanitaria. Penso che sia nei loro pensieri. E mi rattrista il fatto che non solo i Repubblicani non abbiano nulla da dire al riguardo, o che Trump stia ancora «lavorando a un piano», ma che i Democratici non riescano ad andare oltre il tentativo di proteggere l’Affordable Care Act.
Dopo la vittoria di Donald Trump a novembre, è stato impossibile ignorare il suo crescente sostegno tra le persone razzializzate della working class che invece continua ad abbandonare il Partito democratico come nelle elezioni precedenti. Questo processo avrebbe potuto essere fermato se i Democratici avessero abbracciato prima Medicare for All e altri programmi sociali universali?
All’inizio di questa campagna ho commissionato un sondaggio. Abbiamo posto ai cittadini statunitensi domande su alcune delle questioni più importanti per l’America, tra cui l’assistenza sanitaria e Medicare for all. E non vi sorprenderà che, in effetti, una forte maggioranza considera l’assistenza sanitaria un diritto umano. Il sostegno a Medicare for all è stato molto forte. Eppure, basta accendere la televisione e guardarla ventiquattro ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, per non sentire alcuna discussione su Medicare for all. Solo pochi di noi – Physicians for a National Health Program, io e altri – ne parlano. Immaginate cosa succederebbe se ci fosse un intero partito politico che si scaglia contro l’industria assicurativa e le case farmaceutiche e chiede un cambiamento. Ma anche senza questo megafono, con un megafono limitato, il popolo americano capisce lo stesso che il sistema attuale è inceppato. Dobbiamo muoverci in una direzione molto diversa. Mi chiede il motivo per cui la working class ha abbandonato il Partito democratico? Questa è una delle risposte. Se si va in giro dicendo: «L’unica cosa che posso dire sull’assistenza sanitaria è che mi opporrò ai tagli dell’Affordable Care Act» – cavolo! Questo non risolve la crisi che abbiamo nel Vermont, dove i costi assicurativi aumentano del 10-15% all’anno. Le piccole imprese non possono pagarli.
Proprio l’altro giorno ho parlato con alcuni sindacalisti, i più grandi sindacati del Vermont. Mi hanno detto che ogni volta che si riuniscono per negoziare, non riescono a ottenere un aumento salariale perché i costi dell’assistenza sanitaria sono aumentati così tanto, sia per i dipendenti pubblici che per il settore privato. Quindi no, non sono d’accordo con chi pensa che l’assistenza sanitaria non sia nei pensieri del popolo americano. Non sono d’accordo con chi politicamente pensa che questo non sia un tema vincente. Affrontare le compagnie assicurative e farmaceutiche è esattamente ciò che vogliono gli americani della working class, che siano Democratici, Repubblicani o indipendenti.
Come ho detto prima, abbiamo fatto dei sondaggi e Medicare for all, l’assistenza sanitaria come diritto umano, il dimezzamento del costo dei farmaci da prescrizione, l’espansione dei benefici della previdenza sociale con l’abolizione del tetto massimo di reddito imponibile, l’ampliamento immediato di Medicare per coprire le spese dentistiche, uditive e visive – tutti questi temi sono molto popolari. Ma in ogni caso, si tratta di affrontare potenti interessi particolari e purtroppo, in questo momento, dato il ruolo dei grandi capitali in politica, sono troppo pochi i politici disposti ad alzarsi e a dire l’ovvio.
La gente capisce che il sistema è bloccato. Ci sono state due campagne: la campagna democratica che ha detto: «Signori, lo status quo funziona bene, cercheremo di aggiustare solo le sbavature». E Trump che si è invece presentato dicendo: «Il sistema è completamente guasto e io lo aggiusterò». Ebbene, sfortunatamente, renderà un sistema guasto ancora peggiore. Ma ha ottenuto il sostegno perché la gente sa che il sistema non funziona. È rotto. Il sistema di finanziamento delle campagne elettorali è rotto, il sistema sanitario è rotto, il sistema abitativo è rotto, il sistema educativo è rotto. È rotto. Abbiamo bisogno di un movimento per creare una società che funzioni per tutti noi, e possiamo farlo. Non è facile, ma è questo il senso della lotta.
Sembra che ci troviamo in un processo di disallineamento di classe, in cui la working class non vota più in blocco per i suoi interessi economici, ma si disperde in tutto lo spettro politico – compreso, in molti casi, lo schieramento dei miliardari reazionari. Vede Medicare for all come una campagna in grado di invertire questo processo?
Sì, potrebbe. Non per tutti. Ma le dirò che in Vermont l’ho visto. La gente dice: «Non sono d’accordo con lei sulla questione dell’aborto» o «Non sono d’accordo con lei sui diritti dei gay, ma ha ragione sulle questioni economiche». È per questo che andiamo bene nella working class. Quindi penso che se si vuole salvare la democrazia americana, se si vuole proteggere la working class in un paese dove i salari, in molti casi, non sono aumentati per decenni, il punto fondamentale è che bisogna chiarire da che parte stiamo. Dalla parte della working class o dell’1%? Una volta presa questa decisione, i problemi si risolveranno. L’assistenza sanitaria è un diritto umano. Noi affronteremo le compagnie di assicurazione. Avremo un sistema fiscale equo. Chiederemo una tassa sul patrimonio e una tassa sulle persone più ricche del paese. Avremo una riforma del finanziamento delle campagne elettorali in modo che i miliardari non comprino le elezioni. Tutte queste cose sono naturali e hanno senso per le persone, ma è necessaria una leadership politica che sia pronta a dire questo.
L’altro giorno ho visto un sondaggio sul New York Times che diceva: «Pensate che il Congresso sia più interessato a proteggere l’élite e sé stesso che la gente comune?». E la risposta è stata decisamente affermativa. Abbiamo quindi bisogno di una leadership che dica: «Siamo dalla vostra parte». E per essere dalla vostra parte, si devono affrontare i potenti interessi, comprese le compagnie assicurative e le case farmaceutiche. Se lo si fa, non solo si fanno buone politiche, ma si vincono anche le elezioni.
La settimana scorsa, il ventiseienne Luigi Mangione ha presumibilmente ucciso l’Ad di UnitedHealthcare Brian Thompson su un marciapiede di Manhattan. Si è parlato molto della reazione dell’opinione pubblica all’omicidio, che è andata dal giubilo vero e proprio a un più cupo «l’industria delle assicurazioni se l’è cercata». Alcuni sostengono che questo evento rappresenti un punto di svolta nella consapevolezza dell’opinione pubblica sullo scarto tra la disuguaglianza dell’assistenza sanitaria e la fame di profitti delle compagnie e che sia foriero di una rinvigorita resistenza pubblica. Altri temono che simpatizzare per una violenza da giustizieri sia invece il sintomo morboso di un movimento di massa in declino, un segno di disperazione politica. Cosa ne pensa?
È ovvio che non si uccide nessuno, tra l’altro quest’uomo era padre di due bambini. Non si uccidono le persone. È ripugnante. Lo condanno con tutto il cuore. È stato un atto terribile. Ma la reazione vista sui social network dimostra che molte persone sono furiose con le compagnie di assicurazione sanitaria che fanno enormi profitti negando a loro e alle loro famiglie l’assistenza di cui hanno disperatamente bisogno. Le storie si susseguono continuamente: «Mia madre era in cura per il cancro e non potevo ottenere l’assistenza per lei. La compagnia di assicurazione l’ha rifiutata. Un burocrate l’ha rifiutata. È morta». Oppure: «Mio figlio sta soffrendo perché non possiamo ottenere i farmaci di cui abbiamo bisogno, perché hanno rifiutato la richiesta del medico».
Quello che state vedendo, l’esplosione di rabbia nei confronti delle compagnie assicurative, è il riflesso di ciò che la gente prova nei confronti dell’attuale sistema sanitario. È distrutto. È crudele. Ve ne ho parlato: 60.000 persone all’anno muoiono perché non si recano da un medico quando dovrebbero. 60.000 persone!
Ed ecco un’altra statistica, di cui non si parla mai: non solo la nostra aspettativa di vita è inferiore a quella di quasi tutti gli altri paesi ricchi, ma se sei della working class vivrai da cinque a dieci anni in meno rispetto alle persone ricche. Lo stress che vivi, la costrizione economica che subisci, la mancanza di assistenza sanitaria che ricevi, ti accorciano la vita di cinque o dieci anni rispetto alle persone ricche. Tutto questo è inaccettabile. È un oltraggio, e il fatto che non se ne parli nemmeno è ancora più oltraggioso.
L’omicidio è assolutamente ripugnante. Non riformeremo il sistema sanitario uccidendo le persone. Il modo in cui riusciremo a realizzare il tipo di cambiamenti fondamentali di cui abbiamo bisogno nell’assistenza sanitaria è, infatti, costruire un movimento politico che capisca che il governo deve rappresentare tutti noi, non solo l’1%. E in cima alla lista c’è la consapevolezza che l’assistenza sanitaria è un diritto umano. La follia della situazione è che non si tratta nemmeno di spendere più soldi. In questo momento, ciò che gli studi dimostrano chiaramente è che ci sono così tanti sprechi, così tanti costi amministrativi e così tanta burocrazia nell’attuale sistema che si potrebbe, di fatto, fornire un’assistenza di qualità a ogni uomo, donna e bambino in questo paese senza spendere più dei 4.400 miliardi di dollari che stiamo spendendo attualmente – una somma astronomica.
Dobbiamo destinare quei soldi alla prevenzione delle malattie, a un maggior numero di medici e infermieri, a una maggiore attenzione alle cure primarie, a una riduzione radicale dei costi amministrativi. Il costo di amministrazione di Medicare è di circa il 2%, mentre per le compagnie assicurative private è del 12-14%. E milioni e milioni di dollari all’anno se ne vanno per gli stipendi degli amministratori delegati. Non è così che dovremmo spendere i soldi della sanità. Nel frattempo, non abbiamo abbastanza medici, infermieri e dentisti. Uccidere le persone non è il modo per riformare il nostro sistema sanitario. È ripugnante e immorale. Il modo in cui riformeremo il nostro sistema sanitario è che le persone si uniscano e capiscano che è un diritto di ogni americano poter entrare in uno studio medico quando ne ha bisogno senza dover tirare fuori il portafoglio. Non è un’idea radicale! Esiste a cinquanta miglia da me in Canada ed esiste in una forma o nell’altra in tutto il mondo.
Ricordo di aver parlato con degli europei: «Sapete cos’è una franchigia?». Non sapevano nemmeno di cosa diavolo stessi parlando. Il sistema è così complicato e disumano. Quindi la mia risposta a questa domanda è sì, abbiamo bisogno di un movimento politico. L’assistenza sanitaria è parte integrante di qualsiasi movimento politico progressista.
Un adagio comune spiega: «L’idea di Medicare for All di Bernie Sanders è una pia illusione. Certo, sarebbe bello, ma è pura fantasia», diffondendo l’idea che sia un’aspirazione giusta ma strutturalmente inattuabile, politicamente irraggiungibile. Qual è la sua risposta a critiche di questo tipo?
Se è una dannata pia illusione, perché esiste a cinquanta miglia da dove vivo? Il sistema sanitario canadese non è perfetto, certo. Ma se si ha bisogno di un trapianto di cuore in un ospedale di Toronto, che offre un’assistenza sanitaria di alta qualità, qualcuno sa quanto si paga quando si lascia l’ospedale? Zero. Dipende se si parcheggia l’auto nel parcheggio. Ti fanno pagare per quello. Ma questo è tutto. Vai da qualsiasi medico che vuoi e non tiri fuori il portafoglio. Ora, se è così maledettamente utopico e irrealizzabile, perché esiste in ogni altro dannato paese che non siano gli Stati uniti? Questo è il primo punto. Non è una pia illusione. Noi siamo l’eccezione alla regola. Secondo punto: il sistema non funziona! L’altro giorno Elon Musk ha pubblicato un post in cui sottolineava i costi amministrativi del sistema sanitario degli Stati uniti rispetto a quelli di altri paesi. In alcuni casi sono tre volte superiori. Stiamo sprecando centinaia e centinaia di miliardi di dollari. Andate nel vostro ospedale locale, ok? E il vostro ospedale probabilmente non ha abbastanza medici o infermieri. Ma sapete cosa hanno? Scendete nel seminterrato, al reparto fatturazione, e vedrete decine e decine di persone al telefono che dicono ai cittadini che devono 58.000 dollari e che devono pagare il conto. Questo è ciò che il Canada ha eliminato. È quello che hanno eliminato il Regno unito e altri paesi.
Dobbiamo quindi lavorare a un sistema di assistenza sanitaria senza scopo di lucro, universale, che copra tutte le persone, efficace dal punto di vista dei costi, in cui non siano i burocrati delle assicurazioni a decidere, ma i medici. Esiste in tutto il mondo – non è un’idea radicale. Studi su studi dimostrano che stiamo sprecando enormi quantità di denaro in burocrazia, fatturazione e compensi per gli amministratori delegati piuttosto che fornire l’assistenza sanitaria di cui abbiamo bisogno.
*Bernie Sanders è senatore del Vermont. Chandler Dandridge è uno psicoterapeuta ed educatore statunitense. I suoi interessi clinici ruotano attorno alle dipendenze, all’ansia e al modo con cui migliorare la salute mentale pubblica. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.
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