Piangiamo le vittime civili, tutte
L'ex leader del Partito laburista Jeremy Corbyn chiede l'immediato cessate il fuoco, in nome dell'orrore che ha già ucciso già troppi israeliani e palestinesi innocenti
«Ancora amarezza. Ancora odio. Altri problemi arriveranno strada facendo». Nel luglio 2023, ho parlato in Parlamento dopo che le forze di difesa israeliane hanno condotto la più grande operazione militare in Cisgiordania dal 2002. Il loro obiettivo era il campo profughi di Jenin, che ospita più di quattordicimila persone, che vivono in meno di mezzo chilometro quadrato. In uno spazio così densamente popolato, non esistono attacchi mirati. Vennero uccisi dodici palestinesi, tra cui cinque bambini, e più di cento rimasero feriti. Ho chiesto ai parlamentari di tutti gli schieramenti della Camera dei Comuni di considerare non solo il costo umano immediato di questo attacco, ma anche la reazione a catena di miseria e terrore che avrebbero scatenato.
Sabato 7 ottobre, centinaia di persone innocenti nel sud di Israele sono state brutalmente uccise in un terribile attacco di Hamas. A decine sono state prese in ostaggio. Oggi, e per il resto della loro vita, le famiglie di tutto Israele piangeranno i loro cari, uccisi in un atroce massacro. La paura che devono aver provato è impensabile. Lo stesso vale per il dolore e il trauma che si sono lasciati alle spalle.
In risposta, il governo israeliano ha cancellato interi quartieri di Gaza. Hanno tagliato cibo, acqua, elettricità e gas. Hanno preso di mira ospedali, distrutto ambulanze e danneggiato asili nido. E hanno bombardato il valico di Rafah, distruggendo l’unica via di fuga. Intrappolato in una prigione a cielo aperto, il popolo palestinese non ha nessun posto dove andare, nessun posto dove scappare e nessun posto dove nascondersi.
L’orrore delle perdite di vite umane – i giovani nel Negev e ora il bombardamento di Gaza – deve essere al centro dei nostri pensieri. Condanno fermamente gli attacchi contro i civili, israeliani e palestinesi. E chiedo ai politici di tutto il mondo di fare tutto il possibile per fermare ogni ulteriore perdita di vite umane. I nostri leader politici devono capire che, senza un serio intervento politico, a una tragedia ne seguirà un’altra e un ciclo di disperazione andrà avanti all’infinito. Nel periodo immediatamente successivo all’orrore, abbiamo bisogno di voci a favore della pace e contro l’escalation. Invece, inconcepibilmente, entrambi i principali partiti politici continuano a dare il via libera a una catastrofe umanitaria in atto.
Sia il ministro degli Esteri del Regno unito che il ministro degli Esteri ombra [che rappresenta la posizione dell’opposizione, Ndr] hanno ribadito il loro sostegno al «diritto di Israele a difendersi», ma costantemente non riescono a offrire sufficiente specificità su cosa ciò significhi, per non parlare di come dovrebbe essere esercitato entro i confini del diritto internazionale. Anche se ieri il leader del Partito laburista ha fatto chiarezza.
In un’intervista a Lbc, al leader del labour Keir Starmer hanno chiesto se «tagliare l’elettricità e l’acqua» a due milioni di persone, metà delle quali sono bambini, fosse giusto. Ha detto che Israele «ha questo diritto». Dov’è l’empatia per i palestinesi che hanno perso i loro cari, la loro casa e il loro futuro? Che fine ha fatto l’applicazione universale del diritto internazionale?
Potremmo essere testimoni dell’inizio dell’annientamento totale di Gaza e della sua popolazione. Questa non è una battaglia tra uno stato e l’altro. Viene presentata come una risposta israeliana a un attore non statale, ma in realtà è una risposta al popolo palestinese ovunque si trovi. Ciò che si sta verificando non è un conflitto tra pari, ma la sistematica fame, sottomissione e distruzione di una popolazione civile disarmata.
Mi chiedo, se Gaza venisse cancellata dalla faccia della terra, se i nostri politici guarderanno indietro e rifletteranno sulla realtà del loro incrollabile sostegno. Se avessero un po’ di integrità, piangerebbero le vite innocenti dei palestinesi che sono state cancellate in nome dell’autodifesa. Dovrebbero vergognarsi della loro codardia, sapendo che altri pagheranno il prezzo per i crimini di guerra a cui rifiutano di opporsi.
Dovremmo condannare chi prende di mira tutte le vite civili, indipendentemente da chi lo fa. Il fatto che ciò appaia controverso testimonia la depravazione di una classe politica e mediatica che chiude, distorce e denuncia le richieste di pace. Gli atroci attacchi contro i civili in Israele da parte di Hamas sono stati assolutamente deplorevoli.
Ciò non può giustificare l’uccisione indiscriminata di palestinesi, che stanno pagando un prezzo per un crimine che non hanno commesso. Tutta la vita umana ha lo stesso valore. Perché è così difficile per i nostri politici essere coerenti con questo principio morale fondamentale?
Questa è la domanda che molte persone si pongono quando esprimono solidarietà al popolo palestinese. Non esprimono sostegno ad Hamas. Confondere deliberatamente le due cose è un tentativo disgustoso, cinico e agghiacciante di erodere ulteriormente i nostri diritti democratici, e ignora volontariamente una richiesta fondamentale: fermare l’uccisione di persone innocenti.
La comunità globale ha la responsabilità di allentare questa situazione catastrofica. Ciò significa chiedere un cessate il fuoco immediato. Ciò significa il rilascio degli ostaggi israeliani. Ciò significa porre fine all’assedio di Gaza. E significa riconoscere le radici profonde di questo tragico ciclo di violenza: l’occupazione della Palestina.
Oltre all’occupazione di Gaza, ci sono più di 140 insediamenti ufficiali in Cisgiordania, una realtà che secondo Amnesty International, Human Rights Watch, B’Tselem e le Nazioni unite costituisce un sistema di apartheid. L’unica strada verso una pace giusta e duratura è la fine dell’occupazione. Fino a quando non si arriverà a quel punto, continueremo a piangere la tragica perdita di vite umane, israeliane e palestinesi.
A Gaza ci sono vittime… Mamme che piangono… Proviamo questo sentimento, siamo due nazioni con un unico padre, facciamo la pace, una vera pace.
Queste sono le parole di un padre israeliano la cui figlia è stata crudelmente presa in ostaggio da Hamas. Non riesco neanche a immaginare la sua angoscia. Eppure, dal profondo di un’oscurità inimmaginabile, ha trovato il coraggio di invocare la pace. Perché non possiamo farlo anche noi?
* Jeremy Corbyn è deputato al parlamento inglese del Partito laburista per il collegio di Islington North. Questo articolo è uscito su Tribune. La traduzione è a cura della redazione.
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