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Gesù nel tempio del Super Bowl

Liza Featherstone 13 Febbraio 2023

Durante il Super Bowl spot milionari finanziati dai colossi del cristianesimo conservatore hanno mostrato un Cristo compassionevole. Un'immagine che ha poco a che fare con le chiese reazionarie che la propagandano

Il sessantaduesimo Super Bowl ha visto protagoniste alcune grandi star, da Patrick Mahomes a Rihanna fino ai sempre attesissimi «ospiti speciali» della cantante pop delle Barbados. Ma una celebrità ancora più grande ha fatto un cameo televisivo nel corso della messa in scena di domenica sera, probabilmente la persona più riconosciuta e apprezzata a livello mondiale: Gesù.

Nell’ultimo anno, la Servant Foundation, un gruppo evangelico conservatore, ha utilizzato cartelloni pubblicitari, YouTube e annunci televisivi per una campagna da un miliardo di dollari chiamata «He Gets Us», che mostra un Gesù riconoscibile, indulgente e compassionevole. Il gruppo ha speso 20 milioni di dollari per pubblicare molti di questi annunci durante il Super Bowl.

Una ricerca della Servant Foundation mostra che alle persone piace Gesù ma diffidano del cristianesimo. I giovani in particolare rifiutano la politica e le realtà associate all’evangelizzazione. È difficile che la campagna «He Gets Us», sebbene concepita ed eseguita, cambi le cose. Dopotutto, le persone hanno già sentimenti positivi nei confronti di Gesù e non hanno motivi convincenti per cambiare idea sul cristianesimo organizzato o la sua politica di destra.

Le chiese stanno perdendo adepti tra i giovani. La popolarità della religione è rapidamente diminuita negli ultimi anni: nel 2018 e nel 2019 i sondaggi di Pew Research hanno rilevato che solo il 65% degli statunitensi si identificava come cristiano, un calo del 12% rispetto al decennio precedente. Anche la frequenza di chi va in chiesa è diminuita costantemente, mentre il numero di statunitensi privi di affiliazione religiosa è aumentato notevolmente.

I valori giocano un ruolo importante in questa tendenza. I leader evangelici sono politicamente di destra, spesso estrema, ma la Generazione Z è fortemente empatica verso i bisogni dei più emarginati e sostiene l’intervento del governo per risolvere i problemi della società. I Millennial e la Generazione Z sono diversi dal punto di vista razziale ed etnico, affrontano serie sfide finanziarie e sono preoccupati per la giustizia razziale ed economica; hanno una visione positiva del matrimonio tra persone dello stesso sesso e vedono l’immigrazione in modo molto più positivo rispetto ai più anziani. Questi valori sono incongruenti con il cristianesimo di estrema destra che ha dominato la cultura per decenni. Non sorprende che i giovani non siano interessati al cristianesimo omofobo, economicamente punitivo e patriarcale del governatore repubblicano del Texas Greg Abbott e delle mega-chiese.

In sorprendenti annunci in bianco e nero che evocano la fotografia social-realista del ventesimo secolo, «He Gets Us» sottolinea che Gesù era proprio come noi. Le sue condizioni economiche precarie vengono rappresentate con un fotomontaggio della povertà contemporanea. La storia della famiglia di Gesù che da rifugiati dovettero lasciare la loro terra viene narrata con immagini di immigrati latinoamericani in fuga dalla violenza verso gli Stati uniti. Le pubblicità sottolineano giustamente l’atemporalità di queste lezioni bibliche, a volte con divertente anacronismo: Gesù è descritto come un «influencer» che è stato «cancellato» per aver detto la sua verità (pensavate che le vostre posizioni scomode fossero state accolte male, almeno non siete stati messi in croce!). Altre pubblicità di «He Gets Us» enfatizzano il messaggio di perdono e amore di Gesù, così come il suo desiderio di superare le aspre divisioni sociali e mettere insieme le persone.

«He Gets Us» è un ritratto brillante e fresco di Gesù, ma Gesù non ha quasi bisogno di questa esposizione. Non ha bisogno di YouTube o televisioni, di un hashtag o di uno slogan (anche se «He Gets Us» è certamente uno slogan ispirato). Tutti amano Gesù. Il problema è che gli evangelici americani sono più Ron DeSantis che Gesù, e chiunque sia momentaneamente incuriosito da queste pubblicità e dalla visione morale progressista che comunica lo capirà rapidamente dopo aver messo piede in una chiesa evangelica o cattolica di destra.

L’organizzazione che sostiene «He Gets Us» non condivide i valori del Gesù del Super Bowl, né lo fanno quelli che finanziano la campagna. Come riportato da Andrew Perez su Jacobin la scorsa settimana, la Servant Foundation, tra il 2018 e il 2020, ha donato più di 50 milioni di dollari all’Alliance Defending Freedom, un gruppo di estrema destra che si batte per ribaltare le leggi che proteggono le persone Lgbtq dalla discriminazione, e ha contribuito a redigere la legge del Mississippi del 2018 al centro della recente decisione sull’aborto della Corte Suprema che ha ribaltato Roe v. Wade. Uno dei maggiori finanziatori della campagna è David Green, il cofondatore di Hobby Lobby, la società che ha citato in giudizio l’amministrazione Obama per evitare di dover pagare il controllo delle nascite dei dipendenti. A causa della sentenza della Corte Suprema del 2014 in quel caso, le aziende ora non devono fornire copertura per la contraccezione se i proprietari possono dimostrare di avere obiezioni religiose. Tutto ciò infligge più sofferenza ai lavoratori poveri, cosa difficile da coniugare con le vibrazioni del Gesù del Super Bowl.

Neanche la maggior parte dei leader cristiani di destra di spicco negli Usa sono seguaci del Gesù del Super Bowl. Coloro che ricoprono cariche elettive, come il governatore della Florida Ron DeSantis, stanno avidamente alimentando l’odio per gli immigrati, così come per ogni possibile minoranza razziale e sessuale. Greg Abbott sta finanziando il teatro xenofobo e costoso della «sicurezza dei confini» e ha brutalmente tagliato 211 milioni di dollari dalla Commissione statale per la salute e i servizi. Si tratta dell’agenzia che amministra i servizi a «donne, neonati e bambini», inclusi Medicaid per bambini e buoni pasto. Sono queste le politiche e i tagli al budget che il Gesù del Super Bowl firmerebbe?

Ghoul come Green e Abbott stanno allontanando i giovani dal cristianesimo. Questo è il problema che il Gesù del Super Bowl si troverebbe davanti.

Ma sarebbe una missione ardua anche per un profeta biblico molto amato. Se gli spettatori, commossi dagli annunci «He Gets Us», decidono di andare su hegetsus.com e iscriversi ai gruppi di studio biblico o controllare il tipo di chiese che i sostenitori della campagna vogliono che frequentino, non sentiranno alcun valore del Gesù del Super Bowl provenire da quel pulpito.

Certo, ci sono alcune chiese evangeliche progressiste, e molti cattolici e protestanti sono stati a lungo solidamente liberal. Ma la maggior parte delle chiese evangeliche e le figure pubbliche loro associate sono orribilmente reazionarie e probabilmente rimarranno tali. Convincere i giovani del contrario sarà più difficile che trasformare l’acqua in vino.

* Liza Featherstone è editorialista di Jacobin, giornalista freelance e autrice di Selling Women Short: The Landmark Battle for Workers’ Rights at Wal-Mart. Questo articolo è uscito su JacobinMag, la traduzione è a cura della redazione.

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