
Trump sta coi padroni
Il giochetto populista dell'ex presidente Usa si smonta subito di fronte allo sciopero dei lavoratori del settore automobilistico di questi giorni: non riesce a prendere posizione a favore dei diritti
L’ex presidente Donald Trump ha un’opinione sullo sciopero della United Auto Workers (Uaw) contro le Tre Grandi case automobilistiche iniziato venerdì scorso a mezzanotte. Sicuramente il sedicente populista, il cui brand elettorale ha la pretesa di difendere i lavoratori manifatturieri statunitensi, esprime pieno sostegno ai sindacati, giusto? Riprova.
Trump considera la lotta economica dei lavoratori contro i giganti aziendali Ford, General Motors e Stellantis come una scaramuccia partigiana, accostando la Uaw a Joe Biden. In una dichiarazione rilasciata alla fine del mese scorso, Trump si è scagliato contro la leadership della Uaw, affermando: «I lavoratori del settore automobilistico vengono completamente derubati dal disonesto Joe Biden e anche dalla loro orrenda leadership. Perché queste persone stanno permettendo al nostro paese di realizzare veicoli elettrici che pochissime persone vogliono».
Trump ha persino incoraggiato i lavoratori e le lavoratrici del settore automobilistico a smettere di pagare le quote sindacali: «Ve lo dico, non dovreste pagarle perché vi stanno vendendo all’inferno. Non ascoltate quelli del sindacato che vengono pagati un sacco di soldi. Bevono e mangiano a Washington, sanno che le auto elettriche non vanno bene per i nostri lavoratori». Ha concluso in modalità campagna elettorale promettendo: «Quando sarò presidente, offrirò salari più alti ai lavoratori del settore automobilistico, proteggerò i vostri posti di lavoro». Strane promesse considerato che allo stesso tempo manifesta la sua opposizione alla lotta della Uaw la cui posta in palio è esattamente questa.
Queste dichiarazioni risalgono alla fine del mese scorso. Più recentemente, Trump ha parlato con Kristen Welker, di Meet the Press, della lotta sul contratto dei metalmeccanici. Quando gli è stato chiesto a bruciapelo da che parte stesse, si è rifiutato di dare una risposta chiara. «Sono dalla parte di chi vuole rendere grande il nostro paese – ha detto – I lavoratori dell’auto alla fine non avranno nessun lavoro perché, se date un’occhiata a cosa stanno facendo con le auto elettriche, le auto elettriche verranno prodotte in Cina». Incapace di resistere alla tentazione di reindirizzare la conversazione su sé stesso, ha aggiunto: «Ti dirò una cosa: i lavoratori del settore automobilistico vengono svenduti dalla loro leadership, e la loro leadership dovrebbe sostenere Trump».
A marzo, un programma di riforme contro la corruzione dilagante e le concessioni contrattuali ha caratterizzato la nuova leadership della Uaw. La nuova dirigenza si è lanciata in questa campagna contrattuale combattiva e coraggiosa. Trump sembra inconsapevole degli sviluppi recenti, inclusa la rinuncia strategica da parte della Uaw all’approvazione di Biden. Il sindacato si oppone al modo in cui l’Inflation Reduction Act sta concedendo enormi quantità di sussidi pubblici ai produttori di auto elettriche senza alcuna clausola sugli standard di lavoro. In altre parole, la Uaw sta spingendo Biden proprio sulle questioni a cui Trump dice di essere interessato.
«Il governo federale sta investendo miliardi nella transizione dei veicoli elettrici, senza vincoli e senza alcun impegno nei confronti dei lavoratori – ha scritto in una nota il presidente della Uaw Shawn Fain – La transizione ai veicoli elettrici rischia seriamente di diventare una corsa al ribasso. Vogliamo vedere la leadership nazionale schierata su questo prima di prendere qualsiasi impegno». La richiesta di sindacalizzazione della produzione di veicoli elettrici è ormai tutta interna alla vertenza contrattuale di questi giorni.
Le case automobilistiche hanno già effettuato massicci investimenti nella produzione nazionale di veicoli elettrici. Trump inquadra la questione nel modo sbagliato: la questione non è se i veicoli elettrici saranno prodotti negli Stati uniti o in Cina, ma se la produzione nazionale darà posti di lavoro stabili o lavori precari a basso salario.
L’Uaw è passata all’offensiva e sta sollevando altre audaci richieste legate alla transizione dei veicoli elettrici. I lavoratori e le lavoratrici del settore automobilistico stanno cercando di proteggere la propria sicurezza lavorativa lottando per il diritto di sciopero contro la chiusura degli stabilimenti e per un programma di protezione della famiglia in cui i lavoratori licenziati possano essere pagati per svolgere servizi alla comunità, attenuando gli effetti della potenziale disoccupazione. Altre richieste includono un aumento salariale del 40%, la fine delle differenze, una settimana lavorativa più breve e aumenti salariali legati al costo della vita.
Nel loro insieme, il soddisfacimento di queste richieste rappresenterebbe probabilmente la più grande vittoria per i lavoratori automobilistici statunitensi da generazioni. Trump può scegliere chiaramente con chi schierarsi: i lavoratori del settore manifatturiero o le multinazionali. L’opinione pubblica lo ha fatto con nettezza: un sondaggio Gallup ha mostrato che il 75% degli americani simpatizza con i lavoratori del settore automobilistico piuttosto che con i dirigenti delle Tre Grandi.
Scegliendo di attaccare l’Uaw e di descrivere in modo errato la posta in gioco, Trump si schiera con l’élite aziendale contro i lavoratori.
*Paul Prescod è un collaboratore di JacobinMag, dal quale è tratto questo pezzo. La traduzione è a cura della redazione.
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