La Brexit risveglia l’eterna questione irlandese
La decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea e la ricomparsa dei confini sull’isola sta rievocando gli spettri del conflitto che ha insanguinato l’Irlanda del Nord fino al 1998
Thou’lt come no more, never, never, never, never, never! [Tu non tornerai mai più, mai più, mai più, mai più, mai più, mai più! – Shakespeare, Re Lear, Atto V Scena 3]
Il Regno Unito, scosso dalle turbolenze della Brexit, ricorda il vecchio re Lear nell’ultimo atto della tragedia, disperato e con il corpo esanime della figlia Cordelia tra le braccia, persa per sempre a causa della sua avventatezza.
Delle tante questioni irrisolte, quella che più spaventa gli inglesi e il Continente è il destino del confine tra l’europea Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, nazione costitutiva del Regno Unito. Le sei contee settentrionali sono, infatti, de facto al momento unificate con il resto dell’isola grazie ai trattati europei e al mercato unico ma, la prossima decadenza dei patti internazionali, sta rievocando gli spettri di un conflitto che si credeva definitivamente superato con gli accordi del venerdì santo del 1998.
L’Irlanda indipendente dall’Impero britannico
Per comprendere le dinamiche dei movimenti indipendentisti irlandesi dei giorni nostri, dobbiamo risalire alla seconda metà del XVIII secolo. In questo periodo germogliarono le idee che avrebbero smontato l’ancién regíme gettando le basi delll’Europa che conosciamo oggi. La chiave di volta è il 1798, anno in cui la Society of United Irishmen, realtà che inizialmente puntava a chiedere maggiori poteri per il parlamento locale, ispirata dalla Rivoluzione americana del 1776 e spinta definitivamente dalle idee giacobine francesi, diede avvio a una rivolta passata alla storia come Éirí Amach 1798. In questa prima fase i ribelli erano un gruppo eterogeneo, composto da presbiteriani in cerca di diritti, cattolici, liberali e radicali e furono facilmente debellati dall’esercito inglese malgrado l’appoggio della Francia rivoluzionaria. La sommossa del 1798, pur risolvendosi in un fallimento, rappresentò l’innesco del processo che avrebbe portato alla proclamazione, nel 1921, della Repubblica d’Irlanda.
Nel 1858, dalle ceneri della Society of United Irishmen e della Giovane Irlanda di matrice liberale quarantottesca, nacque l’Irish Republican Brotherhood, società segreta che costruì un progetto definito di un’Irlanda repubblicana libera dal giogo della Corona.
Nel 1905 nacque il Sinn Féin, “noi stessi” in gaelico, movimento che ha indossato negli anni diverse vesti ideologiche, passando da movimento monarchico indipendentista a moderno partito socialista affiliato al gruppo parlamentare europeo della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica. Il suo attuale leader, Gerry Adams, è considerato una delle persone chiave dell’ala oltranzista dell’Ira durante il periodo dei troubles, che insanguinò l’Irlanda del Nord dalla fine degli anni Sessanta al 1998, sebbene il diretto interessato abbia sempre negato per non perdere l’appoggio politico dei più moderati.
La prima dichiarazione d’indipendenza della Repubblica d’Irlanda risale alla settimana di Pasqua del 1916, in piena Grande Guerra, quando a Dublino i repubblicani si sollevarono contro gli inglesi. Anche questa rivolta venne sedata dall’esercito britannico ma la miccia della ribellione aveva iniziato ad ardere.
Nel 1918 i membri irlandesi del Sinn Féin eletti al parlamento di Westminster mantennero la promessa fatta in campagna elettorale di non presentarsi alla Camera dei Comuni, riunendosi invece presso la Mansion House di Dublino nella Dáil Éireann, l’Assemblea d’Irlanda. Nello stesso periodo si formò l’Irish Republican Army sulla quale, in un primo momento, l’Assemblea tentò di esercitare il controllo nonostante il conflitto fosse ormai inevitabile.
I primi di gennaio 1919 An Tóglách, l’organo dei volontari irlandesi, scrisse in un editoriale intitolato “A critical time”:
A state of war has been declared to exist between Ireland and England. The fate of Ireland will be determined, for good or evil, within a very short time from now. What the result will be depends largely upon the fidelity, courage and discipline of Irish people.
La guerra si concluse nel 1921 portando al trattato anglo irlandese del 1922. Secondo questo accordo l’Irlanda era riconosciuta come repubblica indipendente a eccezione delle sei contee a maggioranza unionista dell’Irlanda del Nord ma non tutti erano d’accordo.
Il patriota Michael Collins, per evitare il proseguimento della guerra, aveva accettato le clausole imposte dalla Corona e l’Ira sarebbe dovuta diventare un esercito dipendente dal parlamento di Dublino. I contrasti tra sostenitori e oppositori del trattato degenerarono rapidamente portando a una guerra civile che durò un altro anno e nella quale persero la vita molte figure centrali nel processo d’indipendenza, tra cui lo stesso Collins. Nel maggio del 1923 i ribelli si arresero all’esercito regolare, portando alla conferma dello stato libero d’Irlanda e del patto anglo irlandese.
La seconda metà del XX secolo
Fino alla fine degli anni Sessanta numerosi attacchi organizzati da gruppi paramilitari mantennero alta la tensione tra Repubblica d’Irlanda e Regno Unito ma, la seconda chiave di volta in questa storia, è il 1969. In quell’anno i contrasti in Irlanda del Nord si inasprirono a causa delle campagne diffamatorie degli unionisti filoinglesi, generalmente protestanti, contro i repubblicani, per la maggior parte cattolici. L’Ira si divise in due fazioni, l’Official Ira, sostenitrice delle proteste non violente e la Provisional Ira, intenzionata a continuare la lotta armata fino alla liberazione dell’intera isola dagli inglesi.
Come out ye Black and Tans, come out and fight me like a man,
Show your wife how you won medals down in Flanders,
Tell them how the IRA made you run like hell away
From the green and lovely lanes of Killashandra [Ritornello di una celebre canzone rivolta ai Black and Tans, i militari inglesi di servizio in Irlanda negli anni Venti. Il testo è dello scrittore Dominic Behan]
L’emarginazione e le continue violazioni dei diritti umani cui erano sottoposti i repubblicani fecero nuovamente precipitare l’Irlanda del Nord in un periodo di violenze e scontri urbani tanto che, nell’agosto ’69, il Regno Unito schierò l’esercito a Belfast e Derry. Le richieste di uguaglianza da parte dei repubblicani vennero duramente represse causando anche l’intervento della Repubblica irlandese con ospedali da campo allestiti nella contea del Donegal, ai confini con il Nord.
La storia recente è nota come periodo dei troubles il cui episodio più conosciuto è la bloody sunday del 30 gennaio 1972, quando i parà inglesi spararono sulla folla assassinando tredici irlandesi disarmati durante una marcia per i diritti umani.
Nel 1976 il regno unito abolì lo status di “prigioniero politico” per i volontari dell’Ira declassandoli a terroristi. Tiochfaid ár lá, “verrà il nostro giorno”, gridava Bobby Sands, detenuto nel carcere di Maze, a Long Kesh, nella contea di Antrim, che iniziò uno sciopero della fame per protestare contro le misure coercitive del governo britannico. Bobby, che i repubblicani erano riusciti a eleggere alla Camera dei Comuni nonostante si trovasse in stato di detenzione accusato di terrorismo, morì in carcere a ventisette anni nel 1981.
La scia di sangue si interruppe solo nel 1998 con gli accordi del venerdì santo, che vennero ratificati dalla maggioranza della popolazione delle due irlande e misero fine agli scontri. Gli accordi prevedevano una rappresentanza parlamentare equa e rapportata al voto, tutti i prigionieri delle formazioni unioniste e repubblicane firmatarie vennero liberati ma l’Ira non avrebbe consegnato le armi fino al 2005, quando si decise a continuare le proteste per via pacifica.
Il rischio di un ritorno al passato
Con il mercato unico europeo, la caduta delle barriere doganali e dei confini fisici, gli accordi si erano rafforzati e sembrava che i troubles fossero solo un brutto ricordo. Con la Brexit, però, a meno che non si trovi un accordo speciale, il libero scambio tecnicamente non sarà più possibile, e potrebbe sorgere di nuovo un confine tra l’Irlanda del Nord e l’Eire. Nessuna delle due parti si augura un’evoluzione del genere, per questo il parlamento inglese ha ratificato a larga maggioranza l’impossibilità di uscire dall’Unione senza un accordo, ma non è così semplice.
La proposta Ue, nota come backstop, è il mantenimento dell’Irlanda del Nord dentro il mercato unico europeo. A una prima analisi potrebbe sembrare il migliore degli accordi ma, in realtà, si tratterebbe soltanto di spostare il confine poco più in là, nel mare d’Irlanda, perché le merci provenienti dal Regno Unito e dirette in Irlanda del Nord dovrebbero essere controllate per verificare il rispetto degli standard europei. Il parlamento inglese e gli hard brexiters, contrari a trattati che continuerebbero a legare la Gran Bretagna all’Unione, hanno rifiutato questo accordo considerandolo dannoso per l’unità nazionale.
Anche l’ipotesi di mantenere gli standard commerciali europei nel Regno Unito e rimanere nel mercato unico non convince, perché porterebbe il paese a essere un membro di “serie B” vincolato all’Unione Europea ma senza poteri decisionali.
Movimenti nell’Irlanda del Nord contemporanea
La situazione creatasi ha rafforzato i movimenti repubblicani mai del tutto sopiti in Irlanda del Nord. Nel 1986, da una scissione della Provisional Ira, nacque la Continuity Ira, in disaccordo con le politiche della nuova dirigenza del Sinn Féin che puntavano a una maggiore partecipazione democratica in entrambe le irlande, abbandonando progressivamente la lotta armata.
Nel 1997, in opposizione ai patti che avrebbero portato agli accordi del venerdì santo, i dissidenti della Provisional Ira diedero vita alla Real Ira, responsabile degli attacchi degli ultimi decenni contro militari inglesi e intenzionata a tenere le armi in pugno fino alla definitiva liberazione dell’isola. Saoradh, in gaelico “liberazione”, è il movimento politico legato alla Real Ira nato nel 2016 a Belfast e in fase di diffusione sia nel Nord che nella Repubblica. Si tratta di un partito di estrema sinistra, euroscettico e repubblicano con un vessillo che richiama il sole sorgente su campo verde di quell’Irish Republican Brotherhood che partecipò alla rivolta di Pasqua del 1916 con al centro una stella rossa.
La notte tra 18 e 19 aprile 2019 la giornalista ventinovenne Lyra McKee è rimasta uccisa a Derry da un proiettile vagante durante uno scontro tra polizia e militanti repubblicani, il suo ultimo tweet è stato: “Qui stanotte è follia pura”. McKee sosteneva che la guerra civile non si fosse mai realmente conclusa.
Quello che succederà in Irlanda del Nord nei prossimi mesi e anni è nelle mani dei negoziatori europei e britannici, che dovranno trovare una soluzione per evitare la resurrezione di quello che fu il confine più militarizzato dell’Europa occidentale.
*David Angeli è storico ed etnostorico laureato all’Università Ca’ Foscari di Venezia e quasi dottorato alla Sapienza di Roma. È giornalista pubblicista, ha scritto per la rivista Latinoamerica. Vive a Venezia e lavora come attore teatrale, autore, allestitore, receptionist. È membro del consiglio direttivo del festival internazionale Venice Open Stage.
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