Dal mansplaining alla violenza domestica, il potere maschile del linguaggio costruisce un sistema di verità che annienta l’interlocutrice e la sua capacità di parola
«Viviamo ancora nella piantagione»
Francesca De Rosa Marie Moïse Françoise VergèsCosì ha espresso la sua condizione una donna della Martinica impegnata ad abbattere una statua simbolo dell’oppressione. Perché per comprendere lo sfruttamento attuale è impossibile ignorare quello che è venuto prima
Farsi spazio nella città dell’incuria
Marie MoïseBisogna uscire dalla cultura sessista della sicurezza per scoprire la dimensione della cura. Allargare il punto di vista oltre la ristrettezza degli spazi privati per approcciare quelli collettivi in cui nascono relazioni solidali
La memoria viva di Peppino Impastato
Giovanni Impastato Luisa Impastato Martina Lo Cascio Marie MoïseLa storia tragica di Peppino è diventata una storia bellissima di esempio e stimolo per le nuove lotte sociali, grazie allo straordinario lavoro sulla memoria fatto da sua madre che oggi si rinnova nelle generazioni successive
L’utopia reale dell’alternativa
Marie Moïse Lorenzo ZamponiNei momenti in cui il capitalismo mostra la sua feroce irrazionalità, l’organizzazione delle persone indica
le vie d’uscita. Dunque, come si sono ricostruiti i legami collettivi e solidali nei giorni del lockdown
Il diritto di respirare. Nel nome di George Floyd
Marie MoïseMentre un virus genera una crisi respiratoria globale, un uomo nero viene ucciso da un poliziotto che lo soffoca con un ginocchio sul collo. Per uscirne bisogna comprendere l’importanza della respirazione oltre i suoi aspetti biologici
Serve un’amnistia per sfollare le carceri
Luca Abbà Marie MoïseAnche se i media non ne parlano più, con il diffondersi del virus la situazione nelle sovraffollate strutture penitenziarie italiane è sempre più esplosiva. L’attivista No Tav Luca Abbà, attualmente in stato di semilibertà, ce la racconta da dentro
Zona rossa solidale
Marie MoïseL’imperativo di stare a casa, la chiusura delle scuole e l’assenza di tutele per alcuni lavori ha lasciato molti nell’isolamento. Uno sportello sindacale sui generis mostra che ci sono mani che possono stringersi l’un l’altra anche in tempi di pandemia
Ribellarsi al trauma
Dario Firenze Marie MoïseNon è affatto facile liberarsi delle strutture di potere
e rompere una relazione di dominio. Chi accetta la violenza e lo sfruttamento spesso ha paura di perdere tutto oppure teme per la propria incolumità
«Lottare dalla parte giusta ti fa stare bene»
Nicoletta Dosio Dario Firenze Marie MoïseQuando c’è una comunità che non lascia mai indietro, non bisogna aver paura di alcun isolamento dietro le sbarre. Questo ci ha detto Nicoletta Dosio qualche giorno fa nella lunga intervista che vi proponiamo come augurio di buon anno
Insieme siam partite
Marie Moïse Marta PanighelA tre anni dalla sua prima mobilitazione la marea transfemminista e intersezionale non accenna a fermarsi. Storia, bilanci e prospettive di Non Una di Meno
E ai tuoi figli chi ci pensa?
Sara R. Farris Marie MoïseQuesta è una delle formule usate per ricattare le donne e costringerle al lavoro di riproduzione sociale. Al contrario, lo sciopero dell’8 marzo rompe l’isolamento ed evidenzia il conflitto tra vita e sistema capitalistico.
Amami o faccio un casino
Marie MoïseC’è un filo rosso che connette il lavoro di cura non retribuito alla violenza sulle donne: essere costrette ad amare per sopravvivere.
Violenza sulle donne
Marie MoïseIl capitalismo resterebbe in piedi se le donne non fossero costrette con la violenza a riprodurlo, ovvero a mettere al mondo, nutrire, vestire, soddisfare sessualmente le vite che il capitalismo stesso sfrutta?