I movimenti che hanno segnato la Seconda Repubblica hanno camminato su uno stretto crinale: da una parte indicare un orizzonte globale, dall’altra agire in un dibattito pubblico tutto concentrato sulla figura del Cavaliere
La Spagna resta (un po’ meno) a sinistra
Lorenzo ZamponiSánchez si presenta come il conciliatore tra sindacati e imprese, socialdemocratici e radicali, governo centrale e nazionalismi periferici. Recupera anche certi toni anti-establishment, mentre le sinistre si dividono
Il premierato hard
Lorenzo ZamponiLa destra entra a gamba tesa nell’architettura costituzionale come mai nessuno aveva fatto. Nel contrastarla, non bisogna rifuggire la sfida di costruire un rapporto funzionante tra rappresentanti e rappresentati
Il riformismo senza rivoluzione (e senza riforme)
Lorenzo ZamponiOggi con il termine «riformismo» si indica il rifiuto categorico di uscire dai binari del pilota automatico. Ipotesi sulle cause dello slittamento semantico di un concetto
L’apprendistato giacobino, per ripensare l’altrove
Carlotta Caciagli Giulio Calella Lorenzo ZamponiIl successo della seconda edizione della scuola di Jacobin: tre giorni intensi, con 26 lezioni e 3 assemblee plenarie, 35 relatrici e relatori e oltre 200 partecipanti
Colpire i partigiani per difendere l’esistente
Lorenzo ZamponiForse è davvero finita l’epoca della Resistenza come mito fondativo della nostra Repubblica. Eppure, la narrazione dell’antifascismo può ancora scommettere sulla propria capacità di affascinare e convincere
L’onda nera non c’è stata
Lorenzo ZamponiIn Spagna la guerra lampo culturale della destra non prevale anche e soprattutto perché la mobilitazione del variegato fronte progressista è stata ben più forte del previsto
Il venditore
Lorenzo ZamponiBerlusconi è stato prima l’industriale più potente della storia dei media italiani e poi il leader più importante della storia della destra dopo Mussolini, lanciando il modello dell’imprenditore populista
Le voci dell’antimafia sociale
Lorenzo ZamponiDalle lotte di Placido Rizzotto a quelle di Peppino Impastato fino alle tante esperienze diffuse sui territori, esiste un movimento variegato che coniuga la battaglia alla criminalità organizzata con le lotte per i diritti
La politicizzazione dei bisogni
Lorenzo ZamponiIl lavoro delle reti mutualistiche cresciuto in questi anni ribalta l’assunto della destra: i poveri non sono soggetti passivi, quando va bene da aiutare paternalisticamente, ma possono riprendere in mano il proprio destino
Un Pd di sinistra è possibile?
Lorenzo ZamponiIl risultato delle primarie ha ribaltato quello delle sezioni mostrando la richiesta di svolta a sinistra. Per invertire la rotta neoliberista di quel partito occorrono però rotture e conflitti non un semplice cambio di leadership
Vietato parlare di neoliberismo
Lorenzo ZamponiIl neoliberismo non va neppure nominato perché non è un’ideologia che contiene opzione di politica economica tra le tante: viene presentato come la legge naturale dell’economia e della società
Backlash conservatore
Lorenzo ZamponiLiberali che in altre epoche avrebbero condiviso battaglie con la sinistra oggi riportano in Italia i talking points dell’ultradestra statunitense contro i presunti eccessi censori del progressismo. Com’è potuto accadere?
Il potere dei media
Pablo Iglesias Francesco Massimo Lorenzo ZamponiSecondo Pablo Iglesias, non c’è democrazia vera se il sistema informativo è oligopolista. Questa è la ragione dell’egemonia della destra. E anche, sostiene, del fatto che l’Italia sia diventato un paese senza sinistra
Identità forte, politica debole
Lorenzo ZamponiIl primo governo di estrema destra è tanto forte nei numeri quanto debole nella società, in basso come in alto, e per reggere sul piano del consenso punta tutto sull’«usato sicuro» della vecchia destra arraffona e sulla «culture war»
La destra vince nelle urne vuote
Lorenzo ZamponiLa vittoria di Meloni è frutto dell’affluenza più bassa della storia, del crollo di Salvini e Berlusconi e della sconfitta dell’«agenda Draghi», come mostra anche la rimonta del M5S. L’urgenza a sinistra è rompere un quadro che sembra non cambiare mai
Il populista dei Parioli
Lorenzo ZamponiCalenda fa una campagna anti-populista. Ma in realtà la sua retorica è antipolitica, né di destra né di sinistra, basata sull’uomo forte che risolve i problemi. Un populismo d’élite che riprende intuizioni grilline ribaltandole in salsa manageriale
Sempre più a destra
Lorenzo ZamponiDopo il fallimento del governo Draghi il quadro politico conosce un ulteriore smottamento: alla destra sovranista si contrappone un centro liberista
Il collo di bottiglia
Lorenzo ZamponiEntra in vigore la riforma del precariato universitario. Ma senza finanziamenti e fondi per la ricerca ogni buona intenzione è destinata a naufragare
Referendum, un’occasione persa
Lorenzo ZamponiBisognerebbe riformare la giustizia. Ma per farlo ci vorrebbero battaglie garantiste centrate sulle esigenze della maggioranza delle persone e non sul regolamento di conti tra ceti politici
La Repubblica in riserva
Lorenzo ZamponiTrent’anni di Seconda Repubblica hanno acuito la crisi in cui annega la democrazia italiana. Nella partita per il Quirinale assistiamo a una gara tra forzature autoritarie di segno diverso. La soluzione sarebbe invece nella direzione opposta
La fine del mondo allo specchio
Lorenzo Zamponi«Don’t look up» riflette il dibattito sulla scienza di questi anni. Ma la lezione più importante riguarda il capitalismo e la sua presa mortale su media e politica: è questa la vera minaccia per l’umanità. Le reazioni di questi giorni gli danno ragione
Una politica di classe
Lorenzo ZamponiCome si ricostruisce il legame tra sinistra e classe lavoratrice? Alcune indicazioni da uno studio che viene dagli Usa: la working class non è di per sé reazionaria, ma chiede messaggi universalisti in cui identificarsi
La povertà è una colpa
Lorenzo ZamponiCome funziona e quali interessi difende la retorica moralista che serve a cooptare nella «classe media» una parte della classe lavoratrice e mobilitarla contro tutti quelli che vengono ghettizzati in quanto parassiti
L’antifascismo e l’unità nazionale
Lorenzo ZamponiIl pericolo neofascista esiste, proprio per questo va preso sul serio. Ma chi vi si oppone non ha alcuna possibilità di successo se non mette al centro la vita concreta delle persone in un paese impoverito dalla pandemia
L’importanza di chiamarsi Mussolini
Lorenzo ZamponiRachele, nipote del Duce, gioca sulla forza del proprio cognome e gode della visibilità che esso produce. È l’ennesimo segnale della normalizzazione del fascismo avvenuta negli anni scorsi
La speranza contro i «bla bla bla»
Lorenzo ZamponiDopo un anno e mezzo di pandemia riemerge il movimento contro il cambiamento climatico, con contenuti ancor più radicali in risposta all’inazione e alle promesse vuote di governi e grandi aziende
Nelle terre del producerismo
Enrico Padoan Lorenzo ZamponiSiamo andati a vedere cosa succede nelle colline del Prosecco, in provincia di Treviso. Dove la retorica localista e quella della produzione a tutti i costi ostacolano la crescita di qualche forma di organizzazione di classe
Lungo la «barriera» tra società e istituzioni
Lorenzo ZamponiUn secolo e mezzo dopo le prime affermazioni del movimento socialista, la sinistra si ritrova a contare i pochi ingressi dei suoi esponenti nella scena locale. Alcuni di quegli eletti raccontano la loro esperienza
Trent’anni di fallite leggi elettorali
Lorenzo ZamponiIl sistema politico italiano è un laboratorio senza precedenti nella storia delle democrazie occidentali, sottoposto a una serie continua di riforme del voto. Ciò non ha prodotto la fantomatica «stabilità» e ha aggravato la crisi della rappresentanza